Oggi 12 giugno si celebra la seconda giornata internazionale della NASH, organizzato dal “NASH Education program”, un’organizzazione indipendente che ha lo scopo di sensibilizzare su questa malattia di fegato. La steatoepatite non alcolica, in inglese nonalcoholic steato-hepatitis da cui l’acronimo NASH, è una condizione caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato, con conseguente danno, che può portare a malattie avanzate di fegato fino alla cirrosi. Al suo sviluppo può contribuire una predisposizione genetica, ma soprattutto è legato ad una dieta caratterizzata dai cosiddetti “cibi spazzatura”, ricca cioè di zuccheri e grassi, associato a sedentarietà. Si stima che in Italia circa il 25% della popolazione abbia il fegato grasso e di questi circa 1 milione è affetto da epatite su base metabolica e cioè non legata a virus o all’abuso di alcol. Dati destinati a crescere, specie in regioni come la Calabria, a causa dell’aumento dell’obesità ed in particolare quella infantile e delle malattie su base metabolica come il diabete mellito. I dati indicano che a partire dal 2020, la NASH sarà la prima causa di trapianto di fegato a livello mondiale. Nell’attesa della commercializzazione di nuove terapie, oggi ricopre un ruolo fondamentale la prevenzione, associata ad un corretto stile di vita. In particolare, una sana alimentazione, dove l’uso della dieta Mediterranea è fortemente consigliato, in associazione ad un aumento dell’attività fisica quotidiana, sono fattori che possono incidere favorevolmente su questa moderna malattia del fegato.
Prof. Ludovico Abenavoli, Presidente regionale Calabria-Basilicata. Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva (SIGE)
Prof. Ludovico Abenavoli, Presidente regionale Calabria-Basilicata. Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva (SIGE)