Mimmo il politico e Sergio l’amministratore: clima di fine “impero” nell’inverno catanzarese

abramo tallini

di Bruno Mirante – Che le dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Catanzaro Sergio Abramo all’indomani dell’arresto per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico mafioso di Mimmo Tallini, nell’ambito dell’inchiesta Farmabusiness, avessero avuto delle conseguenze politiche sulla tenuta della maggioranza che governa il capoluogo, era ampiamente prevedibile. Nonostante le dichiarazioni di intenti (di proseguire uniti fino alla conclusione naturale della consiliatura) emerse dalle varie riunioni del centrodestra. La presa di distanze del sindaco da “certi comportamenti che lo avrebbero messo in difficoltà” poi ritrattata pubblicamente e bollata come un fraintendimento non è andata giù all’ex presidente del Consiglio regionale che nel corso di un programma satirico autogestito ospitato sulla pagina Facebook di Calabria 7 ha replicato con accuse pesanti nei confronti del primo cittadino.

Il duello politico

Il duello politico

Secondo il deus ex machina del centrodestra catanzarese (dimessosi da tutti gli incarichi in Forza Italia)  “il sindaco ha assunto decisioni nella nomina dei dirigenti e negli affidamenti diretti non sempre in linea con i dettati normativi”. Accuse pesanti che tuttavia si manifestano soltanto ora e mai erano emerse durante il “ventennio abramiano” di cui Tallini è stato uno degli azionisti di maggioranza. Sul piano politico i contrasti non sono mai mancati: il forzista ortodosso Tallini non ha mai perdonato ad Abramo il suo flirt con la Lega di Salvini, al punto che alla vigilia delle passate regionali ha prima annunciato e poi ritrattato le dimissioni di tutti i consiglieri e gli assessori che fanno riferimento a Forza Italia. Ma mai il consigliere regionale era entrato nel merito della “gestione” della cosa pubblica da parte del sindaco.

La sfida interna al centrodestra e la minoranza resta a guardare

I contrasti tra Mimmo il politico e Sergio l’amministratore dovrebbero sfociare nel prossimo Consiglio comunale in programma lunedì prossimo (in seconda chiamata). Il condizionale tuttavia è d’obbligo perché dal valzer di cambi di casacca e riposizionamenti  che è seguito allo scandalo mediatico-giudiziario noto come “Gettonopoli” “il partito di Abramo” (leggasi il gruppo consiliare sua diretta emanazione) ne è uscito rafforzato quantomeno da un punto di vista numerico. Il che fa credere che quand’anche i Tallini boys decidessero di staccare la spina al sindaco, Abramo potrebbe avere vita facile nell’individuazione di una nuova maggioranza che includerebbe anche l’Udc. Una partita tutta interna al centrodestra che vede la minoranza fare da spettatore. Più volte, dalle colonne di questa testata giornalistica abbiamo messo in risalto il silenzio politico che ha caratterizzato la maggioranza ma anche la minoranza consiliare dopo il ciclone mediatico-giudiziario che si è abbattuto su Palazzo De Nobili. Alle 17 è in programma la conferenza stampa dell’ex consigliere comunale Nicola Fiorita. Il già candidato sindaco ha intenzione di commentare le dichiarazioni di Tallini. Toccherà a lui rompere quel silenzio che non ha risparmiato nemmeno i consiglieri comunali del suo movimento, Cambiavento.

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