di Gabriella Passariello- Appalti pilotati, assunzioni farlocche. Nei faldoni dell’inchiesta di “Basso Profilo” emergono ulteriori dettagli su fatti già oggetto di altre inchieste con dei particolari però inediti. E’ il caso del reclutamento fittizio dell’ex consigliere comunale Tommaso Brutto nella Verdeoro, società cooperativa produzione ortofrutticola, rispetto alla quale la Procura ha chiuso le indagini e si attendono le ulteriori determinazioni. Ma nelle carte della Dia spunta un dato nuovo. Ad alcuni colleghi politici e al finanziere Ercole D’Alessandro, l’ex consigliere Tommaso Brutto confessa “di aver orchestrato una truffa nei confronti dello Stato, senza mai ipotizzare di interrompere l’ illecita e truffaldina condotta”. L’elemento di novità emerge da alcune captazioni “nelle quali è sintomatica l’indole di Brutto votata alla truffa”. La cooperativa Verdeoro a fronte dell’assunzione fittizia poteva richiedere al Comune il rimborso dello stipendio pagato e dei costi accessori al dipendente falsamente assunto. L’ex consigliere comunale spiega ad una ex inquilina di Palazzo De Nobili quale fosse la convenienza economica anche per la ditta per cui lavorava, che si prestava a commettere questo tipo di illecito. Fa riferimento ad altri 8 consiglieri che si sarebbero fatti assumere, in modo fittizio, da altrettante aziende compiacenti, dichiarandosi però il più scaltro, avendo scelto una azienda con 600 dipendenti e quindi sarebbe riuscito a creare una situazione di fatto più credibile e meno controllabile (dagli investigatori ndr.). Brutto precisa che questa situazione lo ha politicamente indebolito: “La Guardia di finanza, la prima persona che va a controllare sono stata io e lì, al Comune ce ne siamo 8 consiglieri che siamo stati assunti con le stesse modalità (facendo nomi e cognomi ndr) e pensa un po’, che almeno dove lavoro io, siamo 600 dipendenti. Poi c’è chi prende 2mila euro, mentre il suo datore di lavoro risulta che ne guadagna 300 euro. E’ normale che è una cosa fittizia, si vede ad occhio, perché sono andati a fare un controllo incrociato tra il 740 del titolare e il 740 del dipendente e il dipendente supera il titolare per i redditi percepiti”.
Il bando per la gestione della piscina e i tentativi di turbare la gara
Il bando per la gestione della piscina e i tentativi di turbare la gara
Tra Tommaso Brutto, il figlio Saverio, il finanziere Ercole D’Alessandro e un tizio chiamato “trastula” dagli stessi monitorati in un’intercettazione ambientale, si parla di un bando per la gestione della piscina comunale di Catanzaro, già oggetto di un’indagine della Procura, che ha portato all’iscrizione di tre indagati, rispetto ai quali è attualmente in corso l’udienza preliminare. Negli atti di Basso Profilo, cambiano gli interlocutori, i protagonisti e muta lo scenario: “Trastula” consiglia a Brutto di chiedere ad una precisa società di partecipare al bando di gara e allo stesso tempo di passare al finanziere la notizia di imminenti illeciti nella gara in modo da sbaragliare la concorrenza, rappresentata da aziende legate al consigliere regionale Domenico Tallini, con un’azione investigativa “mirata”, mettendolo al corrente del fatto che era già stato stabilito chi dovesse vincere il bando :“stanno facendo un altro imbroglio… non lo so se vi conviene sequestrarlo adesso il fascicolo, …il 24 aprono le buste… se voi lo sequestrate prima… andate sequestrate e controllate”. Il finanziare si mette a disposizione: “io mi metto in mezzo hai capito… però una cosa è… va fatta di nascosto, non ci possiamo vedere… però mi serve tutto a me, poi io te lo dico adesso, vai là e piglia questo, vai là e piglia questo altro… i cazzi di …” e poi esclama“ e mò glielo dico pure”(verosimilmente a qualche suo superiore gerarchico per avviare l’attività investigativa ndr). In effetti la gara per l’affidamento in concessione d’uso della piscina andò proprio a quella determinata società.
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