Cade dal divano, va in coma all’ospedale di Vibo e muore dopo cinque giorni di agonia a Catanzaro

Presunto caso di malasanità allo Jazzolino. Muore per emorragia dopo un'odissea al Pronto Soccorso di Vibo. I familiari denunciano e la Procura indaga
sangue nel vibonese

di Mimmo Famularo – Cade dal divano di casa, riporta una ferita alla testa, entra in coma all’ospedale di Vibo dopo circa cinque ore di attesa al Pronto Soccorso e muore per emorragia cerebrale al Pugliese di Catanzaro dove era stato trasportato da un’ambulanza del 118 nel disperato tentativo di essere salvato. Un’odissea con tragico finale quella vissuta da Carmelo Costanzo, 78 anni di San Costantino, frazione di Briatico, provincia di Vibo Valentia. Un nuovo, presunto caso di malasanità che coinvolge l’ospedale Jazzolino già più volte finito al centro della cronaca giudiziaria. Su quanto accaduto c’è una denuncia-querela presentata dalla moglie della vittima (assistita dagli avvocati Orsola e Salvatore Pronestì) ai carabinieri della Stazione di Briatico. I reati ipotizzati sono omicidio colposo, omissione di soccorso e omissione atti d’ufficio. Informata la Procura di Vibo Valentia che ha provveduto ad aprire un fascicolo per fare luce sulla vicenda.Nelle prossime ore si procederà al sequestro delle cartelle cliniche e della salma dell’uomo per effettuare l’autopsia necessaria a stabilire le eventuali responsabilità legate al decesso. La storia che viene fuori dalla denuncia-querela riassume il pessimo stato di salute nel quale versa l’ospedale di Vibo alle prese con carenza di uomini e mezzi non più in grado di fronteggiare neppure la minima emergenza. Nel racconto della donna ai carabinieri emerge una sanità da terzo mondo che inquieta e fa riflettere per la drammaticità di una situazione ormai insostenibile e intollerabile.

Dalla caduta dal divano al coma

Dalla caduta dal divano al coma

Il calvario di Carmelo Costanzo inizia nella mattinata dello scorso uno dicembre. Una banale caduta dal divano gli provoca una piccola ferita all’altezza dell’orbita oculare. Sembra nulla di grave ma la moglie chiama i soccorsi e in pochi minuti a Briatico arriva l’ambulanza del 118. L’uomo è cosciente, dialoga con il personale sanitario, risponde alla domande. A scopo precauzionale viene trasportato al Pronto Soccorso e, qui, secondo il racconto fornito ai carabinieri dalla moglie del signor Carmelo, avviene il primo episodio che fa riflettere. L’infermiere di turno al triage della registrazione ricoveri si lamenta con il personale del 118 denunciando l’assenza di medici: “Cosa l’avete portato a fare, qui se sapete che non ci sono medici di turno al Pronto Soccorso?”. Sono le 10.20 del mattino e Carmelo Costanzo è ancora vigile. Non sa che quelle saranno le sue ultime ore di vita. Non lo sanno neanche i sanitari dell’ospedale Jazzolino perché l’uomo viene sistemato su una barella nel corridoio del Pronto Soccorso. Ferito e sanguinante viene assistito solo dopo una chiamata della moglie al 112 e l’intervento del posto fisso della Polizia. Almeno così sostengono i familiari nella denuncia-querela. Costanzo viene sottoposto finalmente a una Tac in sala raggi. La diagnosi del neurologo parla di una “piccola” emorragia e che “per tale ragione si rendeva opportuno il trasferimento del paziente all’ospedale di Catanzaro ai fini di un intervento tempestivo”. Nell’attesa si torna al Pronto Soccorso dove il 78enne resta – sempre secondo quanto denunciato dalla moglie – ancora senza alcuna assistenza. Al cambio turno la donna viene anche invitata “in malo modo” ad allontanarsi da un’infermiera appena entrata in servizio. “Io gli dicevo – mette a verbale la signora Costanzo – che mio marito era grave e che doveva essere trasportato d’urgenza a Catanzaro, in tutta risposta la stessa infermiera mi rispondeva con la seguente frase: ‘A me non interessa di quello che è successo questa mattina, il mio turno inizia adesso'”. Fuori dal Pronto Soccorso, la donna sempre più disperata telefona al 118 per sollecitare l’arrivo dell’ambulanza necessaria a trasportare il marito a Catanzaro. La risposta: “Signora purtroppo ci sono problemi tecnici”. Quindi una nuova chiamata al 113 e un nuovo intervento della Polizia. Alle 15.30 la notizia sconvolgente e qui il racconto della donna si fa drammatico: “Venivo raggiunta da un medico, il primo in tutta la giornata, il quale mi comunicava che le condizioni di mio marito erano decisamente degenerate e che lo stesso era entrato in coma”.

Dall’odissea a Vibo all’agonia a Catanzaro

Poco dopo ecco l’ambulanza ma le condizioni del paziente sono ormai critiche e la situazione precipita definitivamente. “A quel punto – osserva la moglie – mi permettevano di rientrare nella sala adibita a visite codice rosso dove ricevevo i messaggi di cordoglio del medico e del personale del 118 per carenza di personale”.  L’orologio segna le 17. Dopo quasi sette ore di agonia l’ambulanza lascia Vibo e giunge a Catanzaro ma il paziente è ormai in coma e viene sottoposto a una nuova Tac. La diagnosi è devastante: l’emorragia ha invaso completamente il cranio. Situazione compromessa ma i medici del Pugliese tentano il tutto per tutto con un intervento chirurgico. Carmelo Costanzo non si risveglierà più e al mattino successivo i sanitari sono costretti a dichiarare la morte cerebrale. Inutili gli ultimi tentativi di rianimazione. L’agonia dura cinque giorni e la tragedia si consuma ufficiale nella mattinata di oggi con la dichiarazione ufficiale del decesso.

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