di Mimmo Famularo – Dieci liste, nessun simbolo di partito ma anche nessun civismo “mascherato”. Valerio Donato presenta la sua coalizione, gli uomini che la rappresenteranno e le forze che la sosterranno alle Comunali di Catanzaro in programma il prossimo 12 giugno. “Non ci sono simboli di partito, ma non certo per nascondersi” sottolinea il candidato sindaco di Catanzaro. “Sono scelte autonome delle singole liste: io – precisa – non ho mai chiesto a nessuno di chiamarsi con un nome differente, né l’avrei fatto men che meno in questa occasione. E’ una scelta dettata da ragioni maturate all’interno dei gruppi. Ma sono oltretutto facilmente identificabili i partiti di riferimento, quindi ovviamente non c’è nessun intento negativo di celare le proprie posizioni”.
Tutte le liste di Donato
Tutte le liste di Donato
Niente da nascondere e nessun “inciucio”. La sua coalizione si presenta variegata e variopinta. Forza Italia si chiamerà Catanzaro Azzurra, la Lega correrà con la sigla di Prima l’Italia e sarà affiancata da Alleanza per Catanzaro, un’altra civica vicina al presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso. Gaetano Quagliariello e Francesco De Nisi saranno presenti i loro candidati di Italia al Centro e con l’altra civica formata dal consigliere comunale Andrea Amendola (che non si ricandiderà). Al fianco di Donato anche Rinascita (la lista del sindaco) e Avanti (la formazione promossa dai fratelli Guerriero). A completare lo schieramento Progetto Catanzaro di Mario Tassone, Fare con Catanzaro di Sergio Costanzo e Volare Alto di Pino Pitaro. Dieci liste, un mix di destra, centro e sinistra. “Non sono assolutamente preoccupato – sostiene – per il fatto che ci sono forze diverse, anzi, penso sia il successo di una proposta politica com’era nata, per aggregare tutte le forze politiche e le liste della città che fossero interessate a un’evoluzione positiva della comunità cittadina. Non posso che ringraziare le liste che hanno ritenuto di accogliere una proposta libera, inizialmente sostenuta da nessuno, nata da anni di esperienza, e che ha avuto l’ambizione di disegnare un possibile, uno tra i possibili progetti per lo sviluppo della città”.
“Il rinnovamento? Non è garanzia di efficienza”
Acqua sul fuoco sull’operazione di “riciclaggio politico” di diversi consiglieri comunali uscenti scesi da carro di Sergio Abramo e pronti a salire su quello di Valerio Donato con l’obiettivo di trovare una nuova sistemazione a Palazzo Dei Nobili. Il rinnovamento della classe dirigente è uno dei temi ma per il prof dell’Umg non è il tema principale ma una “vecchia polemica” cavalcata dai suoi avversari: “E’ l’unico argomento – osserva Donato – che i miei competitor mettono in campo, non ho mai ricevuto una critica sul programma eppure di cose ne ho dette, qualcuno ha tentato ma con critiche inesistenti. Sono tutti candidati in gran parte contattati dai miei competitor, non sono riusciti a ricevere l’adesione alla loro proposta e allora se quei candidati vanno bene per loro certamente potranno andare bene per me. Faccio solo un piccolo ragionamento: il rinnovamento a tutti i costi non è garanzia di efficienza del Consiglio comunale, basti pensare che l’ultimo Consiglio comunale era in gran parte rinnovato. E poi in fondo, abbiamo dei candidati, la parola ultima è degli elettori, e gli elettori si renderanno conto se la loro azione politica è stata positiva e quindi li voteranno o se non è stata positiva non li voteranno. Ma lasciamo agli elettori almeno questa libertà. Non formiamo le aristocrazie della politica come ormai sono abituati a fare molti partiti che da Roma dettano i loro candidati per le città. Facciamo votare i cittadini così i cittadini liberamente potranno scegliere”.
“Liste pulite? L’ultima parola spetterà agli elettori”
Altro tema particolarmente delicato le “liste pulite”. Anche in questo caso Donato non fa alcun dribbling e va dritto al sodo mostrando di avere idee piuttosto chiare: “Ho detto qualche no a qualche nome che ho potuto intravedere, adesso le guarderò con attenzione nei prossimi giorni prima del 14 maggio. Con molta nettezza: non lascio fare le liste ad altri organi dello Stato. Penso che ci siano delle ipotesi in cui, per opportunità, sia preferibile che alcune persone non si candidino, ma lascio ovviamente ampia liberà perché sono effettivamente, e non retoricamente o nominalmente garantista. Poi, ovviamente se i cittadini riterranno che alcune condotte possono essere fortemente censurate gli elettori potranno non votarli ma perché dobbiamo precludere ai cittadini la possibilità di esprimere il proprio voto. Davvero questo non lo capisco. E’ una concezione baronale e aristocratica della politica che rinnego e rigetto. Mi sono rifiutato di parlare prima che si effettuasse la scelta di qualunque candidato con il centro romano, figuriamoci se oggi mi metto nella prospettiva che siano altri a determinare i candidati. Ogni lista potrà determinare i propri candidati, ovviamente nei limiti che mi sono permesso di indicare e che spero possano essere rispettati da tutti”.
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