di Bruno Mirante – L‘Osservatorio sui conti pubblici italiani ha compiuto un’analisi dei ritardi in merito al previsto aumento dei posti in terapia intensiva su tutto il territorio nazionale. Impietoso il dato calabrese. La regione , infatti, figura tra quelle con il “minor grado di completamento”. Dall’indagine di Carlo Cottarelli e Federica Paudice emerge che dei 3.500 nuovi posti letto previsti nel Decreto rilancio, che avrebbero garantito la presenza di 14 posti letto ogni 100.000 abitanti, a oggi le unità aggiuntive sono però solo 1.279, meno della metà rispetto all’obiettivo prefissato. Inoltre, i nuovi posti sono distribuiti in maniera disomogenea sul territorio. Le ragioni del ritardo risiedono nell’iter previsto per la programmazione e, in generale, in un’azione della Pubblica Amministrazione che non è stata in grado di realizzare gli obiettivi anche in presenza di risorse finanziarie adeguate.
Distribuzione per regione non omogena
Distribuzione per regione non omogena
Sono andate particolarmente bene Veneto, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Basilicata con un grado molto elevato di completamento dei posti letto. Le prime tre regioni hanno ottenuto un aumento dei posti letto addirittura superiore a quello che era l’obiettivo. Tra le regioni con il minor grado di completamento ci stanno Umbria, Calabria, Marche, Piemonte e Abruzzo.
Il dato calabrese
In Calabria i posti in Terapia intensiva prima del Covid erano 146. Su un aumento previsto di 134 unità, attualmente l’aumento effettivo è stato di soli 6 posti letto. Se l’obiettivo da raggiungere è quello di 280 posti letto, dunque, attualmente i posti disponibili nelle terapie intensive degli ospedali calabresi sono 152: il 10,5% ogni 100 mila abitanti.
La situazione calabrese, aggiornata ai dati diffusi dalla Protezione civile nazionale nella giornata di ieri vede, su un totale di 268.987 tamponi effettuati: 4.624 casi totali (683 nella provincia di Catanzaro, 1.448 a Cosenza, 236 a Crotone, 1.699 a Reggio Calabria, 163 a Vibo Valentia e 395 da altre regioni o stati esteri) di cui 1.798 guariti (301 a Catanzaro, 598 a Cosenza, 155 a Crotone, 500 a Reggio, 118 a Vibo e 126 da altre regioni) e 113 deceduti (36 a Catanzaro, 41 a Cosenza, 6 a Crotone, 23 a Reggio Calabria, 6 a Vibo e 1 da altre regioni) e 2.713 attualmente positivi (346 a Catanzaro, 809 a Cosenza, 75 a Crotone, 1.176 a Reggio, 39 a Vibo e 268 da altre regioni). I soggetti in isolamento in Calabria sono 2.572 (312 a Catanzaro, 757 a Cosenza, 75 a Crotone, 1.124 a Reggio, 36 a Vibo Valentia e 268 in altre regioni) quelli in reparto 134 (33 a Catanzaro, 50 a Cosenza, 0 a Crotone, 48 a Reggio Calabria e 3 a Vibo Valentia) e 7 in rianimazione (1 a Catanzaro, 2 a Cosenza e 4 a Reggio Calabria).
In termini percentuali, rispetto alla diffusione del contagio sul territorio nazionale, i casi di isolamento domiciliare in Calabria sono il 55, 62%, gli attualmente positivi sono pari allo 58, 67%, i guariti il 38,88%, il 2,89% gli ospedalizzati e lo 0, 15% i pazienti in terapia intensiva.
I posti Letto in Terapia Semi-Intensiva in Italia
La terapia semi-intensiva è intermedia tra quella intensiva e quella ordinaria ed è destinata ai pazienti sottoposti a monitoraggio continuo. Il Decreto Rilancio prevedeva anche la riqualificazione di 4.225 posti letto di terapia semi-intensiva. Per il 50 per cento questi posti letto (2.112 posti) dovevano essere prontamente convertibili in terapia intensiva.
L’aumento dei posti in terapia semi-intensiva – rileva l’osservatorio – ha superato l’obiettivo: sono stati realizzati 7.670 posti letto (contro i 4.225 previsti) che sommati ai posti preesistenti danno un totale di 14.195 unità. Non è però chiaro in che misura si sia raggiunto l’obiettivo di poter trasformare rapidamente circa 2.000 di questi posti letto in letti di terapia intensiva.
Le ragioni dei ritardi in Italia secondo l’osservatorio
L’iter per l’assegnazione dei letti prevedeva la presentazione, da parte delle regioni, di un piano al Ministero della Salute entro il 17 luglio, piano che il Ministero doveva approvare entro 30 giorni. Dopodiché il Commissario Straordinario per l’emergenza Covid avrebbe dovuto fornire le indicazioni operative per l’attuazione dei piani. Secondo le regioni, e il Commissario ha confermato, la presentazione dei piani e l’approvazione è avvenuta nei tempi prefissati. Tuttavia, secondo il Commissario, i piani presentati e approvati “erano spesso privi di dettagli tecnici, operativi e logistici necessari per poter avviare le gare”. Sarebbero servite altre settimane per completarli. Conseguentemente il bando relativo è stato pubblicato solo a inizio ottobre, con scadenza per la partecipazione alla gara fissata al 12 ottobre. Questa sarebbe stata la causa dei ritardi.