Falvo e i suoi due anni a Vibo, dalla rassegnazione alla speranza: “Così la città rinascerà”

Il procuratore di Vibo riceve il premio "Radio Onda Verde" e traccia il bilancio della sua attività tra passato, presente e futuro

di Mimmo Famularo – Una Procura aperta ai cittadini, attiva come non mai, moderna come il pensiero del suo procuratore, finalmente efficiente ed efficace sia nell’azione di repressione che nell’altrettanto importante opera di prevenzione. In due anni Camillo Falvo ha applicato la sua ricetta e sta attuando la sua rivoluzione creando a Vibo un ufficio di Procura in grado di dare risposte alle tante esigenze di un territorio assai complicato: divorato da una parte da una massoneria deviata tra le più pervasive d’Italia e dall’altra da una criminalità cresciuta a dismisura proprio per l’assenza in passato di una Procura ordinaria incapace di bloccare la saldatura di interessi tra due mondi solo apparentemente diversi ma collegati tra di loro da collusioni e interessi reciproci. Perché Vibo non è solo ‘ndrangheta ma è anche malapolitica, malasanità, malagiustizia e tutto ciò che negli ultimi decenni non si è fatto o si è fatto in maniera approssimativa ed insufficiente. “Vibo è come una bellissima donna che è stata maltrattata per tanto tempo e ora ha bisogno di una cura”. E’ la metafora perfetta utilizzata proprio da Falvo per descrivere i mali di un territorio violentato dai suoi stessi cittadini. Parole pronunciate nel corso di un’intervista a Radio Onda Verde dove il procuratore di Vibo ha ricevuto il premio ideato dalla testata giornalistica edita da Piero Muscari e diretta da Pino Scianò nel corso del programma condotto da Nicolino La Gamba “Pagina Protetta”. “Questo premio – ha dichiarato Falvo – è un riconoscimento non solo per me ma anche per tante persone: i giovani magistrati che lavorano nell’ufficio di Procura e le forze dell’ordine che collaborano con noi nelle attività investigative”.

Dalla rassegnazione alla speranza

Dalla rassegnazione alla speranza

Camillo Falvo è originario di San Pietro a Maida, a metà strada tra Lamezia e Vibo. Conosce il Vibonese come pochi anche perché da giovane sostituto della Dda di Catanzaro ha condotto in prima persona e firmato le più importanti inchieste contro le principali consorterie criminali operanti sul territorio. Nel corso dell’intervista ricorda gli anni d’oro di Vibo, centro culturale d’eccellenza. Dal Rinascimento al Medioevo in una sorta di clamoroso arretramento che lo stesso Falvo ha potuto notare nelle vesti di pm antimafia. “Le prime volte che venivo a fare i processi in aula bunker a Vibo avevo la morte nel cuore e vedevo la gente rassegnata. Oggi le cose stanno cambiando, c’è speranza. Lo Stato non se n’è andato dopo avere fatto Rinascita Scott. Io sono ottimista perché i risultati si stanno cominciando a vedere rispetto a sei anni fa quando ho cominciato occuparmi del territorio di Vibo e stiamo dando risposte immediate anche nel giro di 24-48 ore in ordine anche ad alcuni eclatanti fatti di sangue accaduti recentemente”.

“Presto il nuovo palazzo di Giustizia”

Le difficoltà non mancano perché l’ufficio di Procura non è ancora quella portaerei che Falvo vorrebbe avere a disposizione sulla scia di quanto imparato al fianco di Nicola Gratteri nella sua esperienza a Catanzaro. “In Procura siamo in sette ma solo sulla carta perché in realtà ad operare siamo solo in cinque e questo non è un numero di magistrati sufficiente per la mole di lavoro che c’è su Vibo. Ci vorrebbero altri tre o quattro sostituti in più per avere una Procura all’avanguardia“. Una richiesta più volte ribadita e fin qui accolta solo parzialmente dal Governo che ha mandato rinforzi per la parte amministrativa. Qualcosa però si muove e grazie all’interlocuzione con il sottosegretario al Sud Dalila Nesci potrebbe finalmente trovare risoluzione il nodo relativo al completamento del nuovo tribunale. “Siamo riusciti – annuncia Falvo – a far ripartire il progetto e nel giro di uno o due anni dovremmo avere il nuovo palazzo di Giustizia”. Il punto è che la struttura da sola non basta se non si ha il personale giusto per smaltire l’enorme carico di lavoro che rischia di intasare la Procura e lo stesso Tribunale alle prese con il maxiprocesso Rinascita Scott.

“Il nuovo ospedale stavolta si farà”

Una storia simile a quella del nuovo ospedale e anche qui l’impulso di Camillo Falvo è stato decisivo per riportare la questione al centro dell’attenzione. “L’approccio rispetto all’ospedale non è stato soft ma è stato costruttivo. Noi abbiamo sequestrato l’area, abbiamo indagato quelli che ritenevamo responsabili. Ho parlato con i prefetti che si sono succeduti a Vibo per tracciare una linea comune. La sanità a Vibo non c’era e non c’è ancora. Nel senso che ad un certo punto, con l’alibi dell’ospedale, si è trascurata la sanità e si è trascurato l’ospedale Jazzolino, quello di Tropea e quello di Serra San Bruno. Bisognava capire che l’ospedale o si faceva realmente o bisognava tornare a investire in quelle strutture. Questo è stato l’approccio. I tavoli tecnici ai quali io ho partecipato (uno insieme al Ministero e al Prefetto) stanno portando buoni risultati. C’è già stata la posa di una prima pietra ma è quella è stato un falso; stavolta forse si farà realmente e anche il presidente della Regione, Occhiuto, si è impegnato tantissimo. Da quello che si vede al tavolo tecnico ce la sta mettendo tutta”. La giustizia, la sanità ma anche l’ambiente nella ricetta di Camillo Falvo. La cura del territorio passa d’altronde anche per la risoluzione definitiva dai nodi legati al malfunzionamento della depurazione. Da qui il protocollo d’intesa con la stazione zoologica Dhorn guidata dal biologo marino Silvio Greco. “Abbiamo cercato di cambiare strategia che è stata quella di voler comprendere quali sono le cause vere dell’inquinamento. Abbiamo coinvolto la sezione Navale della Guardia di finanza, la Capitaneria di porto, abbiamo mandato i sommozzatori a fare i prelievi sul fondale del mare per fare le analisi sul Dna. Le indagini sono in corso ma io credo che già un po’ l’abbiamo capito. Il problema è la depurazione e la depurazione in Calabria non funziona, non funziona nel Vibonese e neanche negli altri territori. È sottodimensionata, insufficiente, non è manutenuta correttamente e a questo bisogna porre rimedio perché noi viviamo di turismo”.

Nella foto in evidenza: da sinistra verso destra Piero Muscari, Nicolino La Gamba, Camillo Falvo e Pino Scianò

© Riproduzione riservata

TI POTREBBE INTERESSARE
E' importante consultare gli orari locali per individuare la posizione ottimale in cui osservare lo spettacolo
L'adolescente ha denunciato i fatti ai carabinieri. Il terribile episodio è avvenuto in una Villa comunale
E' quanto prevede una nuova bozza del decreto legislativo Irpef-Ires atteso oggi in consiglio dei ministri
il post
La ricorrenza è un'occasione per riflettere sul ruolo cruciale della lettura nel nostro sviluppo culturale e sociale
Nei suoi confronti anche minacce: "Insieme al mio legale ho relazionato tutto quello che mi sta accadendo nelle sedi opportune"
L'ipotesi prevalente è che si possa essere trattato di un suicidio ma i carabinieri intervenuti sul posto non escludono al momento piste
Stava fissando dei pannelli di insonorizzazione sul soffitto. I funerali in Calabria dove la sua famiglia è molto nota
Per tutti i candidati ammessi sarà svolta la prova preselettiva presso l’ente fiera Giovanni Colosimo nel quartiere Lido
Operazione della Polizia Locale impegnata a verificare il rispetto delle regole per il conferimento del materiale non differenziato
La Finanza ha dato esecuzione a un doppio sequestro preventivo di oltre 3 milioni di euro. Complessivamente gli indagati sono nove
RUBRICHE

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Catanzaro n.1 del Registro Stampa del 7/02/2019.

Direttore Responsabile Mimmo Famularo
Caporedattore Gabriella Passariello

Calabria7 S.r.l. | P.Iva 03674010792

2024 © All rights reserved