Gli Oss di Cosenza ricorrono al Tar Calabria: “Qui per lavorare bisogna piegarsi al potere”

"Inoltrato un esposto anche al ministro Speranza. Padri e madri di famiglia vedono in questa graduatoria l’ultima spiaggia per poter ottenere un posto di lavoro"
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Gli Oss di Cosenza, risultati idonei in graduatoria, si sono rivolti allo Studio Ciambrone & Mascaro & Partner, in questo caso con l’Associazione dell’avvocato Danilo Granata del foro di Cosenza, per l’annullamento – previa sospensione degli effetti o altra idonea misura cautelare anche monocratica – di ben quattro deliberazioni assunte da ASP Crotone, ASP Cosenza, ASP Vibo Valentia, ASP Reggio Calabria, Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro e A.O. “Annunziata” di Cosenza. I legali incaricati hanno notificato ieri, alle amministrazioni interessate, rituale ricorso al Tar per la Calabria.

Ignorata la graduatoria di Cosenza

Ignorata la graduatoria di Cosenza

“Tutti i calabresi del comparto sanità – si legge nella nota firmata dagli avvocati Ciambrone e Mascaro -, tranne evidentemente gli organi sanitari coinvolti nella vicenda e che hanno emesso gli atti impugnati, conoscono la deliberazione n.271 del 19 giugno 2017 recante “approvazione schema di bando” l’Azienda Ospedaliera di Cosenza che ha indetto il Concorso pubblico, per titoli ed esami, per n. 24 posti di operatore socio sanitario, cat. Bs. Per quanto qui rileva, si precisa sin da subito come la lex specialis prevedesse che ai sensi dell’art. 35 comma 5 ter del D. L.gs 165/2001 la relativa Graduatoria sarebbe rimasta vigente per un termine di tre anni dalla data di pubblicazione e avrebbe avuto priorità nelle procedure di reclutamento previste dall’ordinamento per eventuali coperture di posti per i quali il concorso veniva bandito. La graduatoria entro il periodo di validità, sarebbe stata utilizzata, altresì, per la copertura, secondo l’ordine della stessa, di posti a tempo determinato della medesima posizione funzionale e disciplina, anche per assenza o impedimento del titolare. Nel contempo, anche le altre aziende sanitarie calabresi di Vibo Valentia, di Reggio Calabria, di Crotone e di Catanzaro avviavano procedure selettive di questa tipologia. Ebbene, si trattava di un concorso “storico” in quanto mai nella città di Cosenza e la Calabria tutta era stata avviata una simile procedura selettiva per Operatori Socio-Sanitari, tant’è vero che le domande pervenute erano circa 7.000.

Con deliberazione del Commissario Straordinario dell’AO di Cosenza n. 358 del 30.07.2021 e dunque 4 anni dopo dall’indizione del concorso si pubblicava la Graduatoria finale di merito, da cui risultavano n. 675 soggetti idonei, tra cui tutti gli odierni ricorrenti che si sono rivolti ai Giudici amministrativi calabresi. Gli idonei del concorso, costituitisi in Comitato, hanno da sempre evidenziato in tutte le sedi istituzionali, anche negli incontri con i responsabili regionali alla sanità, che il bando prevedeva l’utilizzo prioritario della Graduatoria di Cosenza, le altre aziende calabresi continuavano ad indire le procedure selettive, erodendo così il fabbisogno di operatori sociosanitari in Calabria, e ignorando di fatto la detta graduatoria. Eppure di recente una parte dei ricorrenti, tramite il patrocinio dello Studio legale Ciambrone & Mascaro, si erano rivolti al Consiglio di Stato per far valere il diritto allo scorrimento della loro graduatoria. Com’è noto i giudici di Palazzo Spada con Ordinanza n. 2475/2022, confermava e ribadiva un principio sovrano nell’ambito delle procedure concorsuali: il criterio cronologico e di priorità nell’utilizzo delle graduatorie pre-esistenti! “.

I muri di gomma della pubblica amministrazione

Nonostante tale decisione, le amministrazioni sanitarie regionali interessate alla vicenda hanno fatto finta di nulla e hanno continuato a non utilizzare la graduatoria di Cosenza e a indire avvisi di selezioni bandi e così via per reclutare altro personale. Non si comprende perché tali amministrazioni si ostinano a porre in essere attività amministrative, con inevitabili costi, di reclutamento quando hanno a disposizione degli idonei che hanno superato prove scritte ed orali. Sulla questione, che ha un intreccio di radici che non è facile da districare, sta indagando anche la Procura della Repubblica di Catanzaro che ha ricevuto un regolare esposto da parte del Comitato OSS Cosenza ormai esasperati perché sembra di trovarsi davanti a “muri di gomma” della pubblica amministrazione. Nel  contempo, vista l’inerzia generale delle istituzioni, gli Operatori socio-sanitari hanno provveduto a richiedere mediante istanza dell’11.03.2022 la fissazione di un incontro istituzionale tra una delegazione degli istanti, ivi rappresentati dai propri legali, il Presidente della Regione Calabria e Commissario ad acta per l ’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario e i rappresentanti delle Aziende Ospedaliere e Sanitarie coinvolte nella vicenda giudiziaria, e ciò al fine di disquisire sulla posizione degli istanti al fine di ottenere l’utilizzo della graduatoria in oggetto per il reclutamento di operatori socio sanitari in armonia con le modalità di legge e, dunque, al fine di evitare l’indizione di nuove procedure selettive prima dell’esaurimento degli idonei di detta graduatoria.

Ultima spiaggia per ottenere un posto di lavoro

Ad oggi ancora nessun riscontro ed ecco perché gli Oss idonei di Cosenza si sono visti costretti a rivolgersi alla magistratura amministrativa della Calabria. I ricorrenti, stanchi del mal costume dilagante,  sono determinati a portare la loro vicenda su tutti i tavoli istituzionali, anche centrali, e della Magistratura Superiore amministrativa. Nel frattempo hanno anche inoltrato rituale esposto, tramite il patrocinio dell’avvocato Marco Croce del foro di Roma, uno degli esperti in diritto sanitario, tra i più accreditati in ambito nazionale, al Ministro della salute Roberto Speranza affinchè possa interloquire nella vicenda che vede coinvolti padri e madri di famiglia, che vedono in detta graduatoria, probabilmente, “l’ultima spiaggia” per poter ottenere un sacrosanto posto di lavoro che altrove è un diritto mentre in Calabria è ancora un “favore” da chiedere con genuflessioni al potere e al “potente” di turno. Gli Oss idonei di Cosenza intendono, invece, procedere a testa alta e con la schiena dritta attraverso il patrocinio dei loro difensori che condividono la loro battaglia di legalità !

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