Guccione: spreco e gestione scellerata del patrimonio pubblico delle Asp

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«Il 27 luglio 2018, avevamo inoltrato un dossier di ben trenta pagine, con i relativi allegati, sullo stato del patrimonio immobiliare delle Aziende Sanitarie Provinciali e Aziende Ospedaliere della Regione Calabria. Un dossier trasmesso anche alla Corte dei Conti, al ministro della Salute, alla Ragioneria generale dello Stato e alla Regione Calabria. I documenti e i dati raccolti, erano stati da me richiesti per fare una ricognizione, appunto, del patrimonio immobiliare delle Asp e Ao. E il Dipartimento competente della Regione Calabria, in data 23 febbraio 2018, ha inviato tutte le delibere e gli atti delle singole Asp e Ao.

Quello che è emerso da subito è stato lo spreco e la gestione scellerata del patrimonio pubblico delle Asp e Aziende ospedaliere della Calabria. In particolar modo balzavano agli occhi le negligenze e la gestione poco oculata dell’Asp di Reggio Calabria».

Quello che è emerso da subito è stato lo spreco e la gestione scellerata del patrimonio pubblico delle Asp e Aziende ospedaliere della Calabria. In particolar modo balzavano agli occhi le negligenze e la gestione poco oculata dell’Asp di Reggio Calabria».

È quanto ha affermato il consigliere regionale Carlo Guccione dopo le notizie diffuse sulla relazione del prefetto Di Bari in cui vengono evidenziate le criticità che hanno portato allo scioglimento dell’Asp di Reggio Calabria. E nelle relazioni si fa riferimento anche al patrimonio dell’Asp e ai terreni espropriati per usucapione.

«C’è stata un’evidente inerzia – non ha dubbi il consigliere Guccione – anche da parte di chi sapeva della gestione poco trasparente dell’Asp di Reggio Calabria e del fatto che il patrimonio veniva “regalato” ai privati. Poi, nonostante il dossier con gli atti certificati dalle Asp e AO in nostro possesso, nessun Ente si è attivato per fare chiarezza su quanto stava accadendo.

Nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, alcuni terreni e fabbricati avevano contratti di locazione stipulati nel 1957, nel 1958, nel 1988 e addirittura nel 1933. Contratti per canoni irrisori, non pagati. E i contratti non sono stati rinnovati con il rischio che possa essere esercitato il diritto di usucapione. Cosa che infatti in alcuni casi è già accaduto.

Come dimostrato già dalle due sentenze emesse dal Tribunale di Palmi nel 2014 e nel 2016, su terreni per un complessivo di 73.440 mq, il cui valore di bilancio complessivo è stato omesso dall’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria: la proprietà, scaduti i termini fissati dalla legge, è stata trasferita al possessore privato del terreno. È evidente che gli Enti hanno permesso che si potessero realizzare le condizioni per esercitare il diritto di usucapione».

«Ma tanti altri giudizi sono ancora in corso: spesso nonostante le Asp e Ao fossero a conoscenza dell’altrui impossessamento del bene – ha sottolineato Carlo Guccione -, non hanno sollevato alcuna opposizione nei confronti del possessore. Inoltre, tali “distrazioni” sono alla base di ulteriori cause di potenziale perdita patrimoniale che lo stesso Ente potrebbe subire per il realizzarsi delle condizioni che hanno già permesso a terzi l’esercizio del diritto di usucapione.

Un chiaro ed evidente meccanismo truffaldino – afferma il consigliere regionale – che non esclude che, in molte situazioni, si siano intromessi i poteri criminali, venendo o cercando di venire in possesso di terreni, figurativamente a destinazione agricola, e fabbricati di pregio di proprietà dell’Asp di Reggio Calabria a prezzi molto inferiori a quelli reali.

Tra i casi eclatanti segnalati nel dossier, ci sono terreni di 465.082 metri quadri dell’Azienda Sanitaria di Reggio – valore di bilancio complessivo (molto sottostimato) di 3.829.145,58 euro – oggioggetto di dodici cause per usucapione. Così come è in corso la causa per usucapione di due fabbricati, sempre dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria, di 174 metri quadri».

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