di Giovanni Bevacqua – Catanzaro scende in piazza per dire no alle ultime misure restrittive con cui il Governo ha deciso di affrontare l’avanzata del Coronavirus in Italia. E lo fa con alcuni giorni di ritardo rispetto alle vicine Reggio Calabria e Cosenza, dove la voce del no è arrivata a ridosso dell’ultimo Dpcm con cui il premier Giuseppe Conte ha inserito la Calabria nella lista delle “zone rosse”, riportando di fatto la regione in una sorta di lockdown, anche se più morbido. Ma è una protesta più ampia, perché porta con sé la rabbia contro chi ha permesso che questa regione arrivasse al punto in cui è oggi. In particolare dopo gli eventi degli ultimi giorni che hanno portato ancora una volta questa terra alla ribalta della cronaca nazionale per cattiva amministrazione.
Sono oltre il migliaio le persone che in questo momento stanno affollando il centro storico di Catanzaro, all’altezza di piazza Prefettura. Tra di loro imprenditori, ristoratori, artigiani e lavoratori dei settori “colpiti” dall’ultimo decreto del presidente del Consiglio. Tutti per chiedere no alla scelta del Governo di “chiudere” ancora una volta la Calabria e per chiedere, questa volta, azioni concrete a favore di tutte quelle realtà che subiranno disagi e perdite a causa delle nuove disposizioni.
Sono oltre il migliaio le persone che in questo momento stanno affollando il centro storico di Catanzaro, all’altezza di piazza Prefettura. Tra di loro imprenditori, ristoratori, artigiani e lavoratori dei settori “colpiti” dall’ultimo decreto del presidente del Consiglio. Tutti per chiedere no alla scelta del Governo di “chiudere” ancora una volta la Calabria e per chiedere, questa volta, azioni concrete a favore di tutte quelle realtà che subiranno disagi e perdite a causa delle nuove disposizioni.
SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI
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