Integrazione ospedali di Catanzaro, la Corte costituzionale “boccia” la legge regionale

La Corte ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 9 e dell'articolo 10 della legge che prevede l'integrazione tra l'azienda ospedaliera "Pugliese Ciaccio" e l'Azienda ospedaliera universitaria "Mater Domini”
impignorabilità delle Asp

La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 9, commi 1, 2, 3, 4 e 5, e dell’articolo 10 della legge della Regione Calabria numero 1 del 30 aprile 2020, legge che prevede l’integrazione tra l’azienda ospedaliera “Pugliese Ciaccio” e l’Azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” di Catanzaro. La legge regionale era stata impugnata a giugno dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Secondo quanto è riportato nel dispositivo della sentenza, depositata oggi, la Corte costituzionale in primo luogo censura le norme della legge regionale sull’integrazione tra l’azienda ospedaliera “Pugliese” e l’azienda ospedaliera “Mater Domini” di Catanzaro perché “violano principi fondamentali in materia di ‘tutela della salute’ posti dalle disposizioni statali evocate come parametri interposti”, ritenendo che la formulazione delle disposizioni impugnate “attesta in modo inequivoco che si è in presenza di una fusione realizzata tramite la costituzione di una nuova Aou e non già attraverso l’incorporazione della azienda ospedaliera nella preesistente Aou catanzarese”.

“Difatti – scrive la Consulta – il previsto subentro nelle funzioni e nei rapporti giuridici attivi e passivi facenti capo ad entrambe le preesistenti aziende ospedaliere non risulta compatibile con un processo di ‘integrazione’ attraverso la fusione per incorporazione, che riguarderebbe solo l’azienda incorporata”. Il testo della Regione Calabria – specifica la Corte costituzionale – “conferma che si è in presenza della costituzione di una “nuova” azienda ospedaliero-universitaria”. Inoltre – prosegue la Consulta – “l’intervento regionale contrasta con quanto previsto dagli atti della gestione commissariale, secondo cui l’integrazione avrebbe dovuto essere disposta tramite la fusione per incorporazione della Ao nella Aou, e non attraverso l’istituzione di una nuova azienda ospedaliero-universitaria”. La Corte costituzionale. Poi. censura la legge 1/2020 della Regione Calabria nella parte in cui inserisce, tra i sottoscrittori del protocollo d’intesa successivo all’integrazione, anche il presidente della Giunta regionale, oltre al Rettore dell’Università di Catanzaro e al commissario della sanità calabrese: questa previsione, per la Consulta, “costituisce una oggettiva interferenza da parte del legislatore regionale con le funzioni e i compiti demandati al commissario ad acta, in violazione dell’articolo 120, secondo comma, Costituzione”. Infine, con la stessa decisione la Corte costituzionale ha dichiarato “cessata la materia del contendere” con riferimento alla precedente legge regionale del 2019 sull’integrazione tra le aziende “Pugliese Ciaccio” e “Mater Domini” di Catanzaro, in quanto il testo del 2019 era stato abrogato dall’entrata in vigore dalla legge regionale del 2020.

“Difatti – scrive la Consulta – il previsto subentro nelle funzioni e nei rapporti giuridici attivi e passivi facenti capo ad entrambe le preesistenti aziende ospedaliere non risulta compatibile con un processo di ‘integrazione’ attraverso la fusione per incorporazione, che riguarderebbe solo l’azienda incorporata”. Il testo della Regione Calabria – specifica la Corte costituzionale – “conferma che si è in presenza della costituzione di una “nuova” azienda ospedaliero-universitaria”. Inoltre – prosegue la Consulta – “l’intervento regionale contrasta con quanto previsto dagli atti della gestione commissariale, secondo cui l’integrazione avrebbe dovuto essere disposta tramite la fusione per incorporazione della Ao nella Aou, e non attraverso l’istituzione di una nuova azienda ospedaliero-universitaria”. La Corte costituzionale. Poi. censura la legge 1/2020 della Regione Calabria nella parte in cui inserisce, tra i sottoscrittori del protocollo d’intesa successivo all’integrazione, anche il presidente della Giunta regionale, oltre al Rettore dell’Università di Catanzaro e al commissario della sanità calabrese: questa previsione, per la Consulta, “costituisce una oggettiva interferenza da parte del legislatore regionale con le funzioni e i compiti demandati al commissario ad acta, in violazione dell’articolo 120, secondo comma, Costituzione”. Infine, con la stessa decisione la Corte costituzionale ha dichiarato “cessata la materia del contendere” con riferimento alla precedente legge regionale del 2019 sull’integrazione tra le aziende “Pugliese Ciaccio” e “Mater Domini” di Catanzaro, in quanto il testo del 2019 era stato abrogato dall’entrata in vigore dalla legge regionale del 2020.

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