“La didattica a distanza è un nostro diritto ma ci viene negata”. La protesta in un istituto di Catanzaro

L'ultima ordinanza regionale a firma del presidente Spirlì prevede l'attivazione della Did per tutte le famiglie che ne facciano richiesta
riaprono le scuole

 Nell’ultima ordinanza regionale, la numero 28 del 24 aprile 2021, il presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, recependo le ultime disposizioni ministeriali ha annunciato anche il ritorno delle scuole superiori in presenza. In particolare – è scritto nell’ordinanza – fino alla conclusione dell’anno scolastico 2020-2021, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado statali e paritarie e le scuole di istruzione e formazione professionale limitano la didattica in presenza a non più del 70% della rispettiva popolazione studentesca, nel rispetto di tutte le misure di prevenzione vigenti; la restante parte della popolazione studentesca si avvarrà della didattica a distanza, fatte salve le deroghe circa l’attività in presenza, già individuate nelle specifiche ordinanze emergenziali e nelle disposizioni nazionali vigenti”. Nel provvedimento si ribadisce la raccomandazione, per le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado “di garantire e rendere pienamente fruibile la didattica integrata online, in modalità sincrona per la restante parte degli studenti non presenti in aula; di favorire la didattica digitale integrata per tutti gli studenti le cui famiglie ne facciano esplicita richiesta con modalità specificamente definite, nell’ottica di una migliore gestione della ripresa della didattica in presenza”.

Prevista nell’ordinanza

Prevista nell’ordinanza

Favorire la did laddove la famiglia ne faccia esplicita richiesta. Un diritto che, a quanto pare, viene negato all’Istituto tecnico economico “Grimaldi-Pacioli” di Catanzaro. “Sappiamo che nelle altre scuole le richieste sono state accettate – ci racconta uno studente – mentre nel nostro istituto ci viene negata la possibilità di continuare a studiare da casa come abbiamo fatto finora. Il dirigente ci ha detto che verrà accettata la Did solo in caso di problemi di salute, qualora dovesse scoppiare un focolaio o per zona rossa”. La voglia di tornare tra i banchi  per i ragazzi c’è, ma non in queste condizioni, non con i trasporti che non sono adeguati e con molte altre criticità. Alla fine dell’anno manca poco e sono tantissimi i ragazzi che preferiscono concludere l’anno in didattica a distanza senza rischiare di essere contagiati, di stravolgere nuovamente il metodo di studio, l’organizzazione familiare già messa a dura prova dalla pandemia. Con il virus non si scherza e in Calabria sulle scuole c’è stato un duro e prolungato braccio di ferro, a colpi di ricorsi al Tar, di manifestazioni, di botte e risposte al vetriolo sui social. Salute, diritto alla salute e diritto alla scuola. Temi che hanno generato dibattiti e scontri. Una situazione paradossale, che ha visto i vari istituti aprire, chiudere e di nuovo aprire, un balletto che ha fatto soffrire bambini e adolescenti. Perché, in fondo, sono loro le vere vittime di un sistema scolastico che non ha retto, di una mancata organizzazione da parte delle istituzioni.

“La Did è un nostro diritto, lo prevede un’ordinanza regionale. Non capiamo il motivo per cui ci viene negata. Ne abbiamo passate tante, vogliamo finire questo anno scolastico in totale serenità continuando a studiare duramente, ma da casa”. (d.r.)

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