Mega centro di potere o freno a spese folli? L’Azienda zero divide la politica

Alla vigilia del consiglio regionale non mancano favorevoli e contrari anche all'integrazione a Catanzaro. Tra chi si rivolge alla Corte dei conti, chi invoca chiarezza e chi annuncia "casino in Parlamento"

Una riforma che punta a mettere ordine nella babele della sanità calabrese o una manovra per accentrare in poche mani il potere che sta dietro al governo di questo settore? Alla vigilia della seduta di consiglio regionale che dovrà discutere di due importanti proposte di legge la politica calabrese si divide. Certo non è una novità, ma le diverse posizioni su questioni fondamentali per il futuro della Calabria, quali certamente sono la creazione di un’Azienda zero e di un’unica Azienda ospedaliero universitaria a Catanzaro, possono offrire quantomeno ai cittadini la possibilità di farsi un’idea su ciò che dentro il Palazzo si va a discutere e su come tali decisioni possano avere ripercussioni nella loro vita quotidiana.

La diffida a governo e Corte dei conti

La diffida a governo e Corte dei conti

I consiglieri regionali del gruppo De Magistris, Ferdinando Laghi e Antonio Lo Schiavo, hanno fatto un passo formale inviando una nota al governo nazionale e alla Procura della Corte dei conti con cui hanno chiesto di diffidare il consiglio regionale “affinché non approvi, in quanto contrarie alle norme vigenti”, le due proposte di legge. Sull’Azienda Zero, secondo i due consiglieri, la maggioranza di centrodestra “ignora e scavalca la gestione governativa, delegata, del Piano di rientro”. L’unificazione tra ospedali “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro e policlinico universitario Mater Domini, invece, oltre “a violare precise norme statali”, avrebbe “il fine elusivo” di garantire al policlinico “il solito finanziamento fuori misura” e di “non dotarlo delle necessarie strutture del Dea di primo e secondo livello, ostacolando la compiuta formazione degli studenti di Medicina”. Per Laghi e Lo Schiavo, dunque, con un provvedimento si mirerebbe “a creare solo un mega centro di potere”.

Costi per 700mila euro

Inoltre ci sarebbe un “maggiore onere finanziario per il bilancio, pari a 700mila euro, che, ancorché generico e non dettagliato, graverà sugli esercizi 2022-2024, con corrispondente riduzione della spesa per ‘le funzioni’ (quali?) dell’Azienda Zero, sottraendo tale somma alle funzioni già esercitate dalle Aziende del Servizio Sanitario Regionale”. La stessa cifra la indica anche il deputato Francesco Sapia, che annuncia: “Farò casino in Parlamento e chiederò che il governo impugni la legge su Azienda Zero, se verrà approvata come prevedo. La verità è che ancora una volta la sanità calabrese si conferma strumento di dominio politico, di spreco di soldi pubblici e di formazione del consenso elettorale. Io non ci sto e lo grido come sempre”.

Iemma (Pd): “No a fagocitosi”

Il Pd, assieme al M5S e ad Amalia Bruni, attraverso una nota dei tre capigruppo ha contestato il percorso che ha portato alla seduta di domani ma non è per ora entrato nel merito delle due proposte. Lo fa invece Giusy Iemma, componente del coordinamento provinciale dem di Catanzaro e già candidata alle Regionali, che premette che “la sanità non ha colore politico” ma si mostra scettica rispetto a iniziative che giudica “estemporanee”. Pur dicendosi favorevole all’integrazione tra l’Azienda ospedaliera e universitaria di Catanzaro, l’esponente del Pd rileva che quella che si prospetta non sembra un’operazione “paritaria” come dovrebbe essere perché “non si capisce da chi sia rappresentato l’ospedale, che non si occupa solo di emergenza/urgenza ma fornisce prestazioni di alto livello”. Dunque “non si può andare verso una fagocitosi” ma serve “pari dignità nel rispetto dei ruoli istituzionali”. Rispetto all’Azienda zero, infine, Iemma si dice d’accordo con l’ottica di “evitare sprechi e ottimizzare le risorse”, ma “non si capisce se sia un ente di supporto o che accentra a sé praticamente tutto”. E anche “la sede legale” di questa Azienda, finora non specificata, al di là delle logiche di campanile avrà “un significato ben preciso”.

La Lega con Occhiuto: “Basta spese folli”

A sposare totalmente la linea di Occhiuto è invece la Lega calabrese. Il commissario regionale del Carroccio, Giacomo Francesco Saccomanno, sostiene: “Per quei pochi che conoscono seriamente il sistema sanità Calabria è comprensibile la necessità di modellare la nuova gestione con una struttura che possa controllare la spesa, che possa monitorare l’efficienza o meno, che possa, sostanzialmente, avere un quadro di insieme per migliorare, appunto, la degradata sanità calabrese. In un momento in cui non si riescono nemmeno a confezionare i bilanci delle Asp – conclude – ecco la necessità di impedire spese folli o incontrollabili che hanno messo in ginocchio i bilanci regionali”.

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