Morti sul lavoro, Russo (Cisl): “Serve strategia chiara di contrasto”

“Il triste primato delle morti bianche sul lavoro registrate in Calabria non può passare inosservato. Ma deve divenire un elemento di profonda riflessione per tutti gli attori istituzionali e politici per mettere in atto strategie complessive di prevenzione delle cause”. Lo afferma Tonino Russo, segretario generale della Cisl Calabria, commentando i dati diffusi dall’osservatorio statistico dei consulenti del Lavoro che ha mappato gli incidenti avvenuti nel biennio 2017-2018 nelle varie province italiane.

“Da quei dati – sottolinea Russo – ben due province calabresi, Crotone e Vibo, rientrano tra le prime cinque aree del Paese dove sono avvenuti incidenti con esiti mortali. E il Crotonese addirittura risulta essere in testa a questo drammatico fenomeno che disintegra i sogni e i progetti di vita di intere famiglie gettando nel dolore e nella disperazione chi li subisce”. “Ha detto bene la nostra segretaria generale Annamaria Furlan – prosegue – che ‘non si può e non si deve morire di lavoro’. Un principio che vale soprattutto in una regione come la nostra in cui i fenomeni del precariato e del lavoro nero sono così estesi da far accettare ai lavoratori la compressione di diritti essenziali quali quelli ad avere condizioni minime di sicurezza in cui operare”.

“Da quei dati – sottolinea Russo – ben due province calabresi, Crotone e Vibo, rientrano tra le prime cinque aree del Paese dove sono avvenuti incidenti con esiti mortali. E il Crotonese addirittura risulta essere in testa a questo drammatico fenomeno che disintegra i sogni e i progetti di vita di intere famiglie gettando nel dolore e nella disperazione chi li subisce”. “Ha detto bene la nostra segretaria generale Annamaria Furlan – prosegue – che ‘non si può e non si deve morire di lavoro’. Un principio che vale soprattutto in una regione come la nostra in cui i fenomeni del precariato e del lavoro nero sono così estesi da far accettare ai lavoratori la compressione di diritti essenziali quali quelli ad avere condizioni minime di sicurezza in cui operare”.

Per fronteggiare questa emergenza che Russo definisce “ormai strutturale in Calabria” occorre una visione complessiva del fenomeno. “Sono necessari – conclude – interventi diretti ad innalzare il livello di formazione degli imprenditori in tema di sicurezza sui posti di lavoro, ma anche azioni di contrasto vero al lavoro nero ed evitare meccanismi di affidamento dei lavori in regime di subappalti rincorrendo solo il massimo ribasso. Sono sistemi come questi che trasformano occasioni di lavoro per i calabresi in drammi familiari. Come Cisl ci stiamo battendo da anni per far passare questo messaggio: il rispetto della vita viene prima di qualsiasi esigenza economica. Per questo siamo pronti a confrontarci con le istituzioni per esporre nel dettaglio le nostre idee e le nostre soluzioni per evitare che in Calabria altre tragedie possano ripetersi”.

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