Polizia lancia l’allarme per il dilagare della criminalità nel Cosentino

Una lunga scia di omicidi, un mare di soldi pubblici che stuzzicano la 'ndrangheta e un commissariato a corto di uomini e mezzi

“Papa Francesco il 21 giugno 2014 nella spianata di Sibari, a pochi mesi dall’efferato omicidio del piccolo Cocò Campolongo, ucciso e poi dato alle fiamme, – ricorda il Sindacato Italiano Unitario dei Lavoratori della Polizia – pronuncia la scomunica ai mafiosi; scomunica che, però, pare non aver scosso le coscienze dei mafiosi. E nessuno si era illuso che le dure parole di Papa Francesco avrebbero fatto desistere i malavitosi a fare affari in un territorio ad alta vocazione agricola e turistica e dove si sta realizzando la nuova SS 106 con il megalotto Sibari-Roseto. Un mare di soldi pubblici, enormi flussi economici e finanziari appetiti dalla ‘ndrangheta che non vede l’ora di metterci le mani. Eppure, a fronte di un’impennata di reati di criminalità organizzata, si registra la scarsa presenza sul territorio delle forze di polizia e in particolare della polizia di Stato. Il Siulp è da anni che lo dice; è da anni che invochiamo rinforzi per combattere una criminalità particolarmente agguerrita nel territorio della sibaritide e del Pollino”.

Raffiche di kalashnikov tra clan e mazzette sugli appalti

Raffiche di kalashnikov tra clan e mazzette sugli appalti

“Gli omicidi di stampo ‘ndranghetistico che si sono susseguiti negli ultimi anni – affermano in una nota il segretario generale provinciale del Siulp Ezio Scaglione e il segretario generale provinciale aggiunto    Ruggiero Altimari – sono la dimostrazione che le cosche hanno necessità di conservare e se del caso di potenziare il predominio sul territorio. Mirate raffiche di fucili mitragliatori “kalashnikov”, all’occorrenza ricordano a chi deve capire chi comanda. Ci sono gli “affari” che hanno il sopravvento su ogni cosa; ci sono le mazzette sugli appalti, le estorsioni, l’usura, il traffico di sostanze stupefacenti, il traffico di armi, lo sfruttamento della prostituzione, il lavoro nero, che arricchiscono indebitamente famiglie e persone senza onore che non esitano a uccidere o devastare pur di ottenere il frutto delle loro ingiuste pretese. Buona parte degli imprenditori della sibaritide e dell’alto jonio cosentino sono ostaggio della criminalità organizzata”.

Guerra di mafia “ignorata”

“Gli ultimi anni – sottolinea il Siulp – consegnano alla cronaca nera una miriade di omicidi eccellenti tra questi quelli dello storico boss Leonardo Portoraro che nel giugno 2018 venne crivellato a colpi di kalashnikov, in pieno giorno, davanti al suo bar-ristorante di Villapiana. Nelle campagne di frazione Apollinara, tra Corigliano Rossano e Spezzano Albanese, nel luglio del 2019 caddero sotto colpi di kalashnikov Pietro Greco di Castrovillari e Francesco Romano. Il 3 giugno 2020 a Cassano allo Ionio, stessa sorte toccò a Francesco Elia, ex collaboratore di giustizia e figlio del boss Alfredo Elia. Nel dicembre del 2020 cadde anche Giuseppe Gaetani davanti alla sua abitazione di contrada Pantano di Cassano allo Ionio. Nel mese di aprile di quest’anno è stato ucciso anche Maurizio Scorza e la sua compagna Hanene Hendhli; entrambi rinvenuti cadaveri in un’autovettura Mercedes in Contrada Gammellone di Castrovillari. Nonostante questa sequela di omicidi, nessun grido di allarme criminalità è stato lanciato per questo territorio, tutto sembra scorrere come se nulla fosse accaduto, per non parlare delle decine e decine di attentati intimidatori compiuti in tutta la giurisdizione del commissariato di Castrovillari”.

Giurisdizione su 39 Comuni ad alta densità criminale

“In tutto questo la polizia di Stato di Castrovillari ha un ruolo non di primo piano sia sotto l’aspetto della prevenzione che delle investigazioni. Il commissariato, in effetti, è ridotto ai minimi termini, – denuncia il Siulp – nonostante Castrovillari è sede di una delle più grandi Procure della Repubblica italiane. Dopo oltre vent’anni di rimostranze di questa organizzazione sindacale, finalmente la Polizia di Stato ha una nuova e moderna struttura edilizia che, però, rischia di rimanere una scatola vuota. Si ricordi che la giurisdizione del commissariato di Castrovillari comprende 39 comuni che vanno dalla sibaritide compresa Cassano allo Ionio, fino a limite di regione con la Basilicata, un comprensorio, che è tra i più vasti d’Italia, con una popolazione residente di oltre 120.000 abitanti, ma quel che più conta è l’elevata densità criminale; un’area dove, come si è detto, si uccide per la supremazia. Il commissariato è a corto di uomini e mezzi da oltre un decennio e, a volte, non si riesce a mettere in strada neanche la sola volante; vi è una grave carenza di Ufficiali di Polizia Giudiziaria e a nulla sono valsi gli appelli di questa organizzazione sindacatle al nostro Questore e al Dipartimento della P.S. per ottenere il ripianamento degli organici”.

L’appello dei poliziotti

“È questo il motivo – spega il Siulp – che ci ha spinto a rivolgerci all’opinione pubblica e ai politici che tengono per davvero al territorio e alla crescita e al benessere economico dei cittadini. Aiutateci ad aiutarvi, dateci una mano per dare risposte concrete in termini di sicurezza e vivibilità a questa bella terra, aiutate a “scravattare” gli onesti imprenditori che ancora ci credono e lottano e per far sì che questo territorio diventi appetibile anche a possibili investitori non autoctoni. La nostra aspirazione, ma anche il nostro sogno, è di rendere sicuro e libero dalla ‘ndrangheta questo territorio ricco di storia e di incredibile risorse naturali; un territorio sicuro incoraggia gli investimenti che, a loro volta, producono lavoro e benessere sociale. Oggi il commissariato di Castrovillari ha necessità di essere rafforzato nel numero di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria sia per gli uffici investigativi, di prevenzione e controllo del territorio, ma anche per gli Uffici amministrativi. Ma tanto pare il disinteresse dei vertici dell’amministrazione della P.S. che, a distanza di quasi un mese dal pensionamento per limite di età del vecchio dirigente, ancora non è stato nominato il suo successore. A tutto ciò va aggiunta l’esigenza di svecchiare e ampliare il parco veicolare. Tutto ciò è necessario e non più prorogabile, al fine di mettere la Polizia di Stato, a Castrovillari e nella sibaritide, nelle condizioni di rispondere adeguatamente all’attacco frontale che la criminalità organizzata sta sferrando a una terra già provata da anni di sottosviluppo e di sfruttamento. L’educazione alla cultura della legalità e la formazione della coscienza dei giovani è fondamentale ma lo Stato deve dimostrare con i fatti che c’è; dia gli strumenti, a chi per legge può utilizzarli, di lottare per rendere libere dalla ‘ndrangheta le nuove generazioni e i nostri meravigliosi territori”.

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