Ponte sullo Stretto, 1.750 nuovi posti di lavoro per la costruzione ma altrettanti se ne perdono

Il Comitato "Invece del Ponte" prevede una crisi per i lavoratori dei traghetti e del settore turistico che operano attualmente nella zona
morti sul lavoro

Arrivano circa 1.750 di nuovi lavoratori per il ponte sullo Stretto ma altrettanti se ne perdono. In più i posti persi sarebbero a tempo determinato contro un contratto per i nuovi che può contare su un finanziamento ad 8 anni. Lo sostiene in una nota il comitato cittadino messinese ‘Invece del Ponte’. Non solo: “Si afferma che l’analisi finanziaria per la realizzazione del ponte non fa parte dell’analisi costi-benefici: evidentemente non si conosce cosa sia un’analisi costi-benefici che deve contenere, come primo passaggio, l’analisi finanziaria”.

A scriverlo pochi anni fa era proprio Roberto Zucchetti, estensore dello stesso documento della società Stretto di Messina. “Vengono diffuse molte affermazioni sbagliate: si racconta che il saldo dell’analisi è positivo, ma questo risultato è frutto di ipotesi. Secondo noi sbagliate. Per esempio, quella secondo cui il ponte cancellerà del tutto il servizio del traghettamento: è lo stesso Ad delle compagine private a smentirlo, in audizione alla Camera. Questo errore amplifica di molto la sovrastima del risparmio di emissioni che il ponte dovrebbe comportare. Proprio ieri una ‘correzione’ dell’analisi costi-benefici mostrava che questa diventa negativa se si calcola correttamente il bilancio delle emissioni. Un altro importante beneficio del ponte sarebbe il bilancio occupazionale: a conti fatti, circa 1.750 lavoratori in 8 anni”.

La soppressione dei traghetti e dei 1.600 posti di lavoro connessi

“Però l’analisi dimentica – prosegue il Comitato – che il ponte prevede la soppressione proprio dei traghetti, e con essi dei 1.600 posti di lavoro connessi e non considera che almeno un centinaio di posti di lavoro vanno perduti con la chiusura delle attività espropriate Così i 1.750 lavoratori del ponte durano 8 anni, i 1.750 posti di lavoro persi sono a vita. Ancora più grave, si qualifica come definitivo un progetto che non è altro che una proposta, la quale non risponde ai requisiti di legge, perché un progetto definitivo non può (per legge) rinviare alla fase esecutiva gli studi e gli approfondimenti su aspetti suscettibili di modificare in maniera significativa tecniche e costi del progetto o studi sulle turbolenze dei venti. Si afferma una cosa non vera (per omissione) quando non si dice che il parere del Comitato scientifico è ‘unanimemente favorevole, fatte salve le osservazioni e i rilievi sollevati’ “. (ANSA)

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