Processo Thomas, sconto di pena per il cardiologo al servizio dei Grande Aracri di Cutro

Assolto dall'accusa di tentata estorsione. La Corte di appello riqualifica la partecipazione in associazione mafiosa in concorso esterno
fratelli perri

Sconto di pena per Alfonso Sestito, il cardiologo di Catanzaro, ma residente a Roma, coinvolto nell’operazione della Dda di Catanzaro, nome in codice Thomas, scattata a gennaio 2020.

La Corte d’appello di Catanzaro, presidente Loredana De Franco, a latere Giovanna Mastroianni e Carmela Tedesco hanno sentenziato per l’imputato, codifeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Gregorio Viscomi, sette anni e quattro mesi di reclusione, in luogo degli otto anni e sei mesi di reclusione, inflitti dai giudici del Tribunale di Crotone. La Corte ha assolto colui che gli inquirenti hanno definito il “terminale economico” dei Grande Aracri, la super cosca di Cutro per la quale avrebbe attuato una serie di investimenti imprenditoriali nel settore del turismo facendo gli interessi del boss Nicolino Grande Aracri, dall’accusa di tentata estorsione, con la formula per non aver commesso il fatto, riqualificando il reato di partecipazione in associazione mafiosa in concorso esterno 

Le ipotesi accusatorie

La Dda aveva tracciato il profilo di Sestito ricostruendo “gli investimenti di natura imprenditoriale effettuati in esecuzione di un programma associativo deliberato dal boss Nicolino Grande Aracri volto ad assicurare il controllo sui villaggi turistici ricadenti nell’area geografica di influenza criminale della locale attraverso la diretta gestione di servizi condominiali essenziali per le stesse strutture turistiche ovvero assumendone la formale titolarità”. Secondo l’accusa per raggiungere tali scopi sono state costituite ad hoc e utilizzate dall’associazione criminale le società ‘Camelia’ ‘Domus Re Consulting’, entrambe rappresentate dalla moglie del cardiologo. Inoltre Sestito avrebbe sistemato in una “stanza di lusso” del Gemelli il boss informandolo della presenza di microspie. Oltre che di associazione mafiosa, Sestito rispondeva pure di tentata estorsione a Romolo Villirillo mediante danneggiamento di mezzi dei suoi familiari e minacce di morte per costringerlo a consegnargli 150mila euro.

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