Sanità a pezzi: l’Asp di Vibo fanalino di coda della Calabria, sindaci “alzano la voce”

Sanità da ricostruire, il Vibonese chiede più attenzione. La conferenza dei sindaci stilerà un documento da presentare a Regione e Ministero della Salute

Si torna a parlare di sanità vibonese, o meglio delle carenze che la caratterizzano, ma ora la presenza di ben quattro consiglieri regionali, e tra questi un presidente di Commissione al ramo (senza dimenticare la presenza di un assessore del territorio), può rappresentare la stura per essere finalmente ascoltati nelle stanze che contano. La Conferenza dei sindaci convocata questo pomeriggio al Comune di Vibo, nei giorni della mobilitazione dei sindaci dell’area montana per il paventato ridimensionamento del nosocomio serrese, sembra aver ritrovato unità di intenti che si tradurranno in un documento da redigere nei prossimi giorni, ma con richieste chiare e definite, anche perché la congiuntura politica non è mai stata favorevole come adesso, da indirizzare alla Regione e al ministero della Salute.

L’Ospedale Jazzolino di Vibo

L’Ospedale Jazzolino di Vibo

Non poteva restare avulso dal discorso il tema dello Jazzolino che “è un ospedale spoke e tale deve essere con tutto quello che consegue – ha aggiunto il sindaco di Vibo, Maria Limardo – e lo stesso dicasi per i nosocomi di Serra e Tropea nelle rispettive mansioni. Non possiamo immaginare che a Serra non ci sia un presidio che non dia risposte immediate al territorio, poi è chiaro che per gli altri servizi ci sono gli altri presidi regionali. E se da un lato non possiamo restare in attesa della realizzazione del nuovo ospedale, dall’altro c’è l’esigenza di ammodernare strutturalmente alcuni reparti di quello attuale: ampliamento del pronto soccorso, l’individuazione di posti letto nell’area di Malattie infettive ed altro ancora”.

Il nuovo ospedale

E se lo Jazzolino non può continuare ad essere penalizzato dalla costruzione del nuovo ospedale, su quest’ultimo fronte le notizie “che arrivano dalla regione sono positive – ha aggiunto la Limardo – nel senso che in Prefettura sono state sollevate due questioni: la sostenibilità finanziaria che andava rivista e al riguardo è arrivata in tal senso l’autorizzazione del ministero propedeutica al via libera del progetto definitivo; per il fosso Calzona, poi, i lavori stanno procedendo spediti tant’è che si è giunti a un’intesa con con Rfi per l’attraversamento del tratto ferroviario a Vibo Marina”.

Altro aspetto positivo riguarda le assunzioni di personale: “Abbiamo avuto rassicurazione di nuovi arrivi di medici attraverso convenzioni con Mater Domini e l’Asp di Cosenza, ma ora servono maggiore tempestività, attivismo ed efficacia nelle scelte che dovranno esser oculate e fornire risposte. Penso ad esempio alla Chirurgia, in particolare vascolare, che potrebbe essere implementata con specialità da reperire settimanalmente”.

Gli altri interventi

Nel corso della riunione i sindaci del Vibonese hanno espresso le rispettive istanze al commissario dell’Asp, Giuseppe Giuliano, sulla carenza di servizi battendo con forza il tasto della riorganizzazione e potenziamento dei servizi sanitari e quindi delle strutture, specialmente nell’area montana a causa della conformazione orografica del comprensorio. I consiglieri regionali del Vibonese, Lo Schiavo, De Nisi e Mammoliti hanno puntato l’attenzione sull’esigenza di implementare il budget a favore dell’Asp di Vibo che è il fanalino di coda in Calabria, sulla necessità che il commissario Giuliano sia a tempo pieno a Vibo (svolge servizio anche al Mater Domini di Catanzaro) e di superare le «difficoltà nel reperimento di medici a causa del Piano di rientro che ha ridotto il turn over durante il passato commissariamento nonostante abbiamo oggi molti più medici rispetto a 10 anni fa. E se la presenza delle graduatorie aperte porta i medici a preferire altri lidi dall’altro la presenza dell’Azienda zero potrebbe incidere sulla destinazione del personale in tutte le Aziende”.

Il commissario dell’Asp di Vibo

Il commissario Giuseppe Giuliano ammette che sulla rete ospedaliera ci sono “grosse difficoltà per via della presenza di limiti strutturali invalicabili, soprattutto nell’ospedale di Vibo mentre gli altri due presidi di Serra e Tropea hanno capacità migliori anche se non siamo ancora riusciti a riempirli di contenuti”. Tuttavia alcune migliorie si possono e devono attuare nel breve periodo ma non è semplice poiché “abbiamo la costruzione del nuovo presidio che limita fortemente gli investimenti su quello attuale che è fatiscente – ha asserito il commissario Asp – ad ogni modo, gli interventi più immediati saranno indirizzati a creare nuovi spazi perché c’è un’assoluta esigenza di posti letto. Abbiamo due idee: ristrutturare la palazzina in cui oggi c’è il reparto di malattie infettive, recuperando 10 posti letto allargando inoltre gli spazi all’interno della struttura principale e migliorando nel caso la situazione nel reparto di ortopedia; l’altro obiettivo è recuperare le aree dell’“ex cucina” per creare gli ambulatori, spostandoli così all’esterno; senza dimenticare il progetto di migliorare l’area del pronto soccorso, realizzando spazi nuovi che consentiranno di creare un dipartimento di emergenza meglio organizzato sotto il punto di vista logistico”.

Carenza di personale e nuove assunzioni

Sulle assunzioni, Giuliano ha ricordato le recenti convenzioni stipulate con Mater Domini e l’Asp di Cosenza che consentiranno l’arrivo di nuove figure professionali: “Abbiamo effettuato un conteggio di massima e posso dire che giungeranno un radiologo, quattro anestesisti, un chirurgo che si dividerà tra Tropea e Serra; in questo modo ritengo che vi sarà un significativo miglioramento dell’offerta sanitaria che verrà così diversificata”. Ultimo passaggio sulla mobilitazione dei sindaci dell’area montana. Giuliano ne condivide le ragioni ma rileva un problema: “La sanità è divisa in due aree: una che chiamiamo territoriale e un’altra ospedaliera. Nel caso dell’Asp di Vibo, la prima è abbastanza deprimente da un punto di vista numerico e per questo è fondamentale sciogliere i nodi con la Regione in ordine alle risorse da destinare, superando i limiti di spesa attualmente, che permetterebbero di implementare soprattutto gli ambulatori che rappresentano un primo presidio per l’utenza”.

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