di Antonio Battaglia – C’è un momento di difficoltà, panico: la Reggina pare essere vicina alla prima battuta d’arresto dopo nove giornate. Niente da fare, la Viterbese è un bunker. Non si passa. I tre tenori Bellomo, Reginaldo e Corazza faticano, come mai finora. Serve un segno del destino, quel classico deus ex machina che possa risolvere la contesa.
Eccolo, Lorenzo Paolucci. Entra in campo, scatta verso l’ area e cade a terra: è rigore. Minuto 84, dal dischetto va Denis: 1-0. Sono dieci vittorie consecutive, la stella di Natale più bella di sempre. La Reggina è l’unica squadra imbattuta in Italia, da brividi. Ah, un altro segno di prosperità: la capolista se ne va, a +9 per l’esattezza. Ringraziate Ternana e Potenza, o più semplicemente la dea Fortuna.
Eccolo, Lorenzo Paolucci. Entra in campo, scatta verso l’ area e cade a terra: è rigore. Minuto 84, dal dischetto va Denis: 1-0. Sono dieci vittorie consecutive, la stella di Natale più bella di sempre. La Reggina è l’unica squadra imbattuta in Italia, da brividi. Ah, un altro segno di prosperità: la capolista se ne va, a +9 per l’esattezza. Ringraziate Ternana e Potenza, o più semplicemente la dea Fortuna.
Tanti sbadigli, invece, al “Luigi Razza”. La splendida macchina della Vibonese si è inceppata contro un Teramo incerottato e in piena emergenza. Occasione persa, penserà qualcuno, ma non è proprio così: i rossoblu, infatti, hanno rischiato a più riprese di capitolare. Bravo Mengoni a salvare il risultato, molto più bravi gli avversari a disporsi perfettamente in campo.
Postumi della sbornia di Lentini? No, anzi. Capacità di soffrire e di adattarsi all’avversario, seppur con pochi sprazzi di calcio champagne. Un punto che muove la classifica e certifica l’ottimo rendimento casalingo, in attesa di un derby contro il Catanzaro che potrebbe riservare grandi sorprese.
Ah, a proposito di Catanzaro. E’ crisi nera. Incomprensibile l’atteggiamento delle Aquile, quasi scosse da un timore reverenziale verso un avversario modesto come la Paganese. Anzi, molto più che modesto, a ben guardare il divario tecnico tra i due organici. Nessun rimpianto, quello conquistato al “Torre” è un punto d’oro. Per la salvezza, certo.
Difficile auspicare di meglio per una compagine che, nonostante una rosa qualitativa, vive alla giornata e pecca di personalità. E’ davvero imbarazzante la difficoltà di costruzione dei giallorossi, che sembrano aver perso tutta la verve offensiva dei tempi auteriani. Ieri abbiamo avuto la conferma: stop ai sogni di gloria, in Serie C le vere corazzate stanno combattendo per la promozione. E non per restare agganciati al treno play-off. La salvezza sta tutta nel mercato di gennaio, Logiudice è avvisato.
Solo applausi, infine, al Rende, uscito ingiustamente sconfitto dal “Massimino” di Catania. La squadra di Tricarico ha avuto il coraggio di giocare alla pari contro un avversario teoricamente proibitivo. Merito, ripetiamo, di un arsenale pieno di fame e cattiveria, che però non basta per colmare il divario con l’intero girone.
La classifica ora piange amaramente. Rieti e Bisceglie appaiono due ostacoli abbastanza abbordabili per regalarsi un Natale meno amaro. Poi, sarà il turno della dirigenza: rinforzarsi a gennaio o abbracciare la Serie D, non sembra esserci altra scelta.
Redazione Calabria 7