Stalking e lesioni aggravate alla zia, assolto un 25enne calabrese

Al giovane si contestava di aver tenuto condotte moleste, reiterate nel tempo, e di aver più volte minacciato di morte la donna giungendo anche, in una occasione, ad aggredirla fisicamente
stalking lesioni

Il gup del Tribunale di Castrovillari, in totale accoglimento delle richieste degli avvocati Francesco Nicoletti e Giusy Acri, ha assolto il 25enne rossanese C.C., dalle gravi imputazioni di stalking e lesioni aggravate ai danni della zia. Nello specifico, al giovane si contestava di aver tenuto condotte moleste, reiterate nel tempo, e di aver più volte minacciato di morte la donna giungendo anche, in una occasione, ad aggredirla fisicamente causandole lesioni personali giudicate dal personale ospedaliero guaribili in 15 giorni.

Sei denunce-querele sporte dalla donna

Sei denunce-querele sporte dalla donna

Ben sei le denunce-querele sporte dalla donna nei confronti del nipote, in un arco temporale di circa tre mesi, nelle quali venivano illustrati vari episodi di minacce e di molestie. Secondo quanto denunciato, il 25enne avrebbe minacciato la zia in vari modi e in diverse occasioni, anche brandendo un coltello e scagliandole contro un grosso sasso. In entrambe le circostanze la donna riusciva ad evitare il peggio, attirando l’attenzione di terze persone – poi sentite in qualità di testimoni nel corso dell’attività investigativa – e mettendo in fuga il giovane.

L’episodio più grave

L’episodio più grave, per come denunciato, si sarebbe verificato sotto l’abitazione della donna che, in compagnia della propria figlia, sarebbe stata afferrata, strattonata e scaraventata prima contro il muro e poi a terra dal 25enne. In quella occasione la figlia della donna avrebbe anche scattato una foto all’aggressore con il proprio smartphone, mentre la vittima veniva poi trasportata al Pronto Soccorso e refertata. In un ulteriore episodio il giovane avrebbe nuovamente minacciato la zia sputandole poi in faccia mentre questa si trovava a passeggio con una nipote. Nelle denunce sporte, la donna invocava l’applicazione di una misura cautelare nei confronti del giovane riferendo che in una occasione questi le avrebbe anche chiesto una somma di 50mila euro.

Assolto perché “il fatto non sussiste”

Nel corso dell’udienza preliminare la donna si è costituita parte civile nominando un proprio procuratore speciale. La difesa dell’imputato ha chiesto e ottenuto di poter celebrare il processo nelle forme del rito abbreviato. All’esito dell’udienza. il pm ha chiesto la condanna dell’imputato alla pena della reclusione e la costituita parte civile, oltre alla condanna, ha chiesto il pagamento da parte dell’imputato di una importante somma in denaro a titolo di risarcimento dei danni. Il gup del Tribunale di Castrovillari, all’esito della camera di consiglio, in totale accoglimento delle richieste avanzate dagli avvocati Francesco Nicoletti e Giusy Acri ha emesso una sentenza di assoluzione con la formula più ampia “perché il fatto non sussiste”.

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