Traffico di droga tra Catanzaro, Vibo e Reggio: chieste 14 condanne in appello (NOMI)

di Gabriella Passariello- Nessuno sconto di pena. Il sostituto procuratore generale della Corte di appello di Catanzaro Adalgisa Rinaldo ha chiesto la conferma della condanna sentenziata in primo grado per i 14 imputati, coinvolti nel blitz antidroga della Dda nome in codice “All Ideas”, che il 26 febbraio 2018 aveva portato a 15 misure cautelari nei confronti di un’organizzazione capace di creare canali autonomi di approvvigionamento stringendo rapporti con i clan del Reggino e del Vibonese per poi smerciare la droga sulla piazza catanzarese utilizzando sistemi ingegnosi, come l’occultamento nei copertoni delle macchine.

Le richieste di pena

Le richieste di pena

Il pg ha chiesto ai giudici di lasciare inalterata la sentenza emessa il 24 luglio 2019 dal gup Francesca Pizii per gli imputati accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di stupefacenti in concorso e detenzione illegale di armi e munizioni. In particolare ha invocato per Carmine Amato inteso “Carminuzzu”, 14 anni; Damiano Amato, 20 anni; Marcello Amato, 20 anni; Fabio Bevilacqua, 6 anni e 8 mesi Fiore Bevilacqua alias “U Muntanaru”, 14 anni; Donato Bevilacqua, inteso “Mario”, alias “u cercato”, 12 anni; Fabio Buccino, 20 anni;  Federica Caroleo, 10 anni; Anna Rosa Laganà, 5 anni, 4 mesi ; Salvatore Laganà, 5 anni e 4 mesi; Cosimo Morello, 8 anni; Eleonora Morelli, 8 anni; Fiorina Morello 8 anni e 8 mesi e Anna Maria Passalacqua, 8 anni e 8 mesi. Dopo le richieste di pena sono iniziate le arringhe difensive dei legali degli imputati, nel cui collegio compaiono i nomi di Nicola Tavano, Gregorio Viscomi, Luigi Falcone, Mary Aiello, Vincenzo Pizzari, Giovanni Merante e Giuseppe Menzica, che hanno chiesto l’assoluzione dei loro assistiti soffermandosi soprattutto sull’aspetto dell’associazione. Si ritornerà in aula il 6 novembre.

Il mercato della droga a conduzione familiare

L’operazione della Procura di Catanzaro ha consentito di disarticolare un gruppo a conduzione prettamente familiare, da una ventina di anni attivo in un lucroso traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto di cocaina. Il gruppo, favorito anche da un’impenetrabile cappa di omertà, secondo le ipotesi di accusa, avrebbe avuto la sua “enclave” nel popoloso quartiere di Santa Maria, zona a sud del capoluogo di regione. L’indagine avviata dal Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia dei carabinieri di Catanzaro è scattata dopo l’arresto in flagranza di Marcello Amato, considerato l’ideatore dell’organizzazione, avvenuto il 6 novembre 2014, per l’omicidio di Alessandro Morelli. Dopo il fatto di sangue, i militari hanno avvitato una serie di attività di intercettazioni telefoniche e ambientali, grazie alle quali è stato possibile non solo acquisire ulteriori elementi sull’omicidio, ma anche accertare il coinvolgimento dell’autore del delitto e di altri indagati, legati tra loro da vincoli di parentela, in una  fiorente  attività di spaccio di sostanza stupefacente.

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