“Se avessi potuto, avrei preferito la violenza fisica a quella psicologica. Gli schiaffi li sopportavo meglio”.
Maria, (il suo nome è di fantasia per il rispetto del diritto alla riservatezza), racconta con coraggio ai microfoni di Calabria7 dodici anni di vessazioni, minacce e maltrattamenti inflitti dal suo compagno.
Maria, (il suo nome è di fantasia per il rispetto del diritto alla riservatezza), racconta con coraggio ai microfoni di Calabria7 dodici anni di vessazioni, minacce e maltrattamenti inflitti dal suo compagno.
Non sono state le botte a distruggerla, ma i pugni sferrati con lo sguardo, i calci dati con le parole, quelli che ti tagliano l’anima e ti fanno sentire un nulla: “perché io mi ero convinta che ero esattamente come diceva lui”.
Prevaricazioni, abusi, avvenuti davanti agli occhi dei loro tre bimbi, fino a quando non ha trovato la forza di denunciare il suo aguzzino per salvare se stessa e i suoi figli con l’aiuto di un centro antiviolenza e una casa rifugio.
In Calabria ci sono solo due strutture accreditate, una di queste è “Mondo Rosa”, ubicata nel quartiere marinaro di Catanzaro.
Una realtà insostituibile nel panorama calabrese, che per sopravvivere però deve fare i conti con la mancanza di fondi regionali continui.