Carenze di personale nel carcere di Catanzaro, interrogazione al ministro della Giustizia

Nel penitenziario catanzarese si registra una carenza di oltre 90 unità nel ruolo agenti assistenti che crea disagi nella turnazione
carcere di catanzaro

Le carenze di organico all’interno del carcere di Catanzaro sono state portate all’attenzione del governo dai deputati di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, Emanuele Prisco e Giovanni Donzelli, che hanno rivolto una interrogazione al ministro della Giustizia Cartabia per chiedere di sanare le criticità, anche attraverso immissione in servizio dei neo Agenti del 178° Corso di formazione. I deputati di Fratelli d’Italia evidenziano infatti come le sigle sindacali del comparto maggiormente rappresentative hanno denunciato la grave carenza degli organici presso la Casa Circondariale Ugo Caridi di Catanzaro. “A distanza di 4 anni dall’emanazione del DM 2017 – hanno spiegato i sindacati – presso tale struttura si registra ancora una carenza di oltre 90 unità nel ruolo agenti assistenti e consequenzialmente per sopperire a tale insufficienza vengono richiesti turni di 8 ore in quasi tutti i settori, riducendo i diritti dei lavoratori che invero dovrebbero essere costituzionalmente garantiti”.

Piano ferie a rischio

Piano ferie a rischio

Ciò che desta maggiore preoccupazione è la circostanza che il concorso straordinario per titoli per 2851 sovrintendenti ha determinato l’aumento di ben 31 appartenenti a tale ruolo – aggiungendosi a quelli già presenti – depauperandoli dal ruolo degli agenti assistenti, con il risultato di non poter programmare il servizio presso tale Istituto se non con enormi e quotidiane difficoltà e soprattutto non potendo realizzare un piano ferie adeguato ed in sicurezza. Se è pur vero che nel 2020 l’istituto penitenziario ha ottenuto un incremento di 14 unità da cui ne sono state sottratte 4 per mobilità in uscita, con un aumento reale, quindi, di 10 unità, è altrettanto vero che tali risorse aggiuntive, oltre che irrisorie, sono risultate, di fatto, fittizie poiché altrettanti appartenenti al Corpo negli anni2020 e 2021 sono stati posti in quiescenza. Il perdurare di tale situazione ha eroso le condizioni di lavoro del personale di polizia penitenziaria, che, nonostante i turni di lavoro estenuanti e le condizioni sempre più difficili e pericolose, conlealtà, abnegazione e senso dello Stato ha continuato ad operare con professionalità; anche sul piano organizzativo e di pianificazione della giornata lavorativa, la carenza degli organici ha amplificato i problemi. Ferro, Prisco e Donzelli hanno chiesto anche al ministro “se non ritenga necessario convocare un tavolo istituzionale con la partecipazione delle Organizzazioni Sindacali per definire un piano di incremento organico, assegnazione in prima nomina e conseguente mobilità ordinaria presso gli istituti penitenziari italiani”.

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