“Esuberi Abramo, più responsabilità di Tim per evitare dramma sociale”

cgil cisl uil

Per niente semplice la situazione nell’azienda Abramo CC dove sarebbero a rischio numerosi posti di lavoro. Oggi  l’incontro con il Prefetto di Crotone alla presenza dei vertici dell’azienda Abramo CC, del sindaco di Crotone Ugo Pugliese, di Sabrina Gentile assessore comune di Crotone, dei vertici dell’azienda Abramo CC e alla presenze delle sigle sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. Chiesto al Prefetto un tempestivo intervento al Governo sulla questione Tim per evitare quello che potrebbe presto diventare un vero e proprio dramma occupazionale. Durissime le dichiarazione dei segretari regionali.

«Abbiamo approfittato dell’incontro con la Prefettura di Crotone, – dichiara Daniele Carchidi, segretario generale della Slc Cgil Calabria, – per rilanciare i temi della vertenza del comparto delle telecomunicazioni calabrese. Un dramma sociale che la Calabria non può permettersi e su cui chiediamo con forza alle istituzioni, al governo di intervenire sulla più grande azienda italiana delle Telco al fine di bloccare questo approccio irresponsabile nella gestione degli appalti. La Calabria non può permettersi una perdita occupazionale di queste proporzioni». «È intollerabile assistere – ha dichiarato  Fabio Guerriero, segretario generale Uilcom Uil – silenti alla spoliazione della nostra terra. Tim, Poste, Alitalia, Ferrovie, Eni, Enel tutte aziende governate dallo Stato che abbandonano la Calabria e trasferiscono lavoro all’estero. È ora di smetterla con la politica degli slogan, i nostri giovani hanno bisogno del lavoro che c’è e che per scelte politiche viene destinato altrove. Chiamo ognuno alla propria responsabilità prima che la Calabria divenga un deserto di opportunità e la tomba delle speranze». «La crisi occupazionale generata in Calabria – ha dichiarato infine Francesco Canino, segretario generale Fistel Cisl – dalle scelte scellerate di Tim, va assolutamente contrastata dal Governo. Chiediamo al Ministro dello Sviluppo Economico Luigi di Maio di interessarsi del problema e pretendere da Tim il rispetto dell’accordo anche da lui sottoscritto al Ministero del Lavoro l’11 giugno 2018 sul l’impegno alla responsabilità sociale».

«Abbiamo approfittato dell’incontro con la Prefettura di Crotone, – dichiara Daniele Carchidi, segretario generale della Slc Cgil Calabria, – per rilanciare i temi della vertenza del comparto delle telecomunicazioni calabrese. Un dramma sociale che la Calabria non può permettersi e su cui chiediamo con forza alle istituzioni, al governo di intervenire sulla più grande azienda italiana delle Telco al fine di bloccare questo approccio irresponsabile nella gestione degli appalti. La Calabria non può permettersi una perdita occupazionale di queste proporzioni». «È intollerabile assistere – ha dichiarato  Fabio Guerriero, segretario generale Uilcom Uil – silenti alla spoliazione della nostra terra. Tim, Poste, Alitalia, Ferrovie, Eni, Enel tutte aziende governate dallo Stato che abbandonano la Calabria e trasferiscono lavoro all’estero. È ora di smetterla con la politica degli slogan, i nostri giovani hanno bisogno del lavoro che c’è e che per scelte politiche viene destinato altrove. Chiamo ognuno alla propria responsabilità prima che la Calabria divenga un deserto di opportunità e la tomba delle speranze». «La crisi occupazionale generata in Calabria – ha dichiarato infine Francesco Canino, segretario generale Fistel Cisl – dalle scelte scellerate di Tim, va assolutamente contrastata dal Governo. Chiediamo al Ministro dello Sviluppo Economico Luigi di Maio di interessarsi del problema e pretendere da Tim il rispetto dell’accordo anche da lui sottoscritto al Ministero del Lavoro l’11 giugno 2018 sul l’impegno alla responsabilità sociale».

La Calabria piange già 1500 lavoratori a tempo determinato da luglio a oggi nelle varie aziende di call center operanti in Calabria, altri 500 scadranno nei prossimi mesi e non saranno rinnovati. Ora anche 600 lavoratori a tempo indeterminato dell’azienda Abramo Cc impattati da una politica irresponsabile della più grande azienda italiana del comparto delle telecomunicazioni. I sindacati hanno rinnovato infine l’invito alla deputazione parlamentare calabrese al confronto pubblico convocato per il prossimo 11 marzo alle ore 10.30 presso la sala del consiglio della Provincia di Catanzaro.

redazione Calabria 7

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