di Danilo Colacino – “Io desidero incontrare il presidente della Regione Occhiuto per chiedergli di attivarsi immediatamente per migliorare la sanità in Calabria affinché la morte di mio marito non sia del tutto vana”. Rompe il silenzio Concetta Loiacono, moglie di Carmelo Costanzo, il 78enne di San Costantino di Briatico morto all’ospedale “Pugliese” di Catanzaro dopo un’agonia di cinque giorni. dove era stato trasportato in ambulanza dallo “Jazzolino” di Vibo in condizioni molto gravi per un ematoma alla testa. Alle porte del 2023 non si dovrebbe morire a seguito di una caduta da un divano, malgrado si abbia una certa età e molti acciacchi, per una presunta mancanza di medici in un reparto di Emergenza-urgenza. Soprattutto in un ospedale pubblico di un capoluogo di provincia come Vibo (LEGGI QUI). Fatti che ora sono al vaglio della magistratura che ha aperto un fascicolo d’inchiesta con il conseguente sequestro delle cartelle cliniche e la disposizione dell’autopsia sul corpo della vittima. In attesa che la vicenda venga chiarita, resta il dolore di una 71enne rimasta sola. Chiede a gran voce l’accertamento della verità, che competerà all’autorità giudiziaria, ma anche di poter parlare, avendo intanto sporto denuncia, con il commissario straordinario alla sanità calabrese. Il riferimento è come ovvio al governatore Roberto Occhiuto, a cui la diretta interessata vuole sollecitare un celere intervento per evitare che simili drammi si ripetano. È dunque questo, adesso, l’intento di Concetta Loiacono. Da ieri vedova del suo amato Carmelo.
Il racconto della moglie
Il racconto della moglie
Abitante, insieme alla coniuge, del comune di San Costantino, frazione di Briatico. Secondo quanto sostiene la donna si è arrivati a una situazione “clinicamente critica mentre si consumava una lunga, e apparentemente incomprensibile, attesa proprio nel presidio clinico vibonese” dove, sempre la moglie di Costanzo, avrebbe addirittura dovuto “chiamare le forze dell’ordine per sollecitare la Tac al cervello del marito, arrivato però in ospedale vigile e orientato”. A fine aprile scorso Costanzo aveva subito un intervento alla testa, ma sembrava essersi ripreso tant’è vero che nel successivo mese di luglio era tornato a casa. Qui, sebbene costantemente assistito dalla consorte, avrebbe persino ripreso a deambulare da solo, seppur con l’ausilio di un bastone. Anzi, la signora in merito ci ha riferito anche che “tendeva ad alzarsi spesso, essendo caduto, procurandosi la ferita poi purtroppo divenuta fatale, proprio mentre desiderava spostarsi dal divano dov’era seduto”.
“Nessuno mi ha espresso cordoglio”
Al di là delle eventuali responsabilità mediche o di un sistema sanitario insufficiente per asserite carenze di organico, è comunque doveroso che si accerti cosa sia avvenuto. In particolare nelle fasi successive all’arrivo allo Jazzolino di Carmelo Costanzo, a bordo di un’ambulanza del 118 giunta in tempi abbastanza rapidi dal momento della chiamata della Loiacono. Circostanza riferita dalla stessa signora che però ha chiuso il suo straziante, ma lucidissimo, racconto con delle frasi su cui si dovrebbe quantomeno riflettere. “Sa qual è uno degli aspetti – ha infatti spiegato in preda a una comprensibile commozione – che più mi ha ferito, oltre al dramma subito? Che nessuno dei sanitari di Vibo o dei politici locali, i quali avranno di sicuro letto la notizia, si sia degnato di farmi una telefonata per esprimere cordoglio o chiedermi come stessi. Ma è questo evidentemente il loro livello di sensibilità”.