di Mimmo Famularo – Il fascicolo è ufficialmente aperto e, per il momento, si indaga a carico di ignoti ma la Procura di Vibo è determinata ad andare fino in fondo per fare piena luce sull’ancora presunto caso di malasanità verificatosi all’ospedale Jazzolino e ricostruire le eventuali responsabilità. L’inchiesta ruota intorno alla morte di Carmelo Costanzo, 78 anni di Briatico, avvenuta al “Pugliese” di Catanzaro dopo cinque giorni di agonia. E’ qui che l’uomo era stato trasportato quando era già in coma dopo un’odissea di oltre cinque ore al Pronto Soccorso di Vibo. Il pubblico ministero Maria Cecilia Rebecchi, sostituto procuratore di Vibo, procede per omicidio colposo e lesioni personali colpose. Ai carabinieri ha dato mandato di sequestrare le cartelle cliniche del paziente e i registri delle presenze dei sanitari che lo hanno avuto a che fare all’ospedale Jazzolino con il caso di Carmelo Costanzo, condotto al Pronto Soccorso da un’ambulanza del 118 lo scorso uno dicembre dopo la caduta dal divano di casa per la quale aveva riportato una ferita alla testa.
Le mosse della Procura
Le mosse della Procura
Il pm ha individuato in Concetta Loiacono e Domenico Costanzo, rispettivamente moglie e fratello della vittima, le persone offese. Ai legali che li assistono, gli avvocati Orsola e Salvatore Pronestì, è stato notificato l’avviso di accertamenti tecnici non ripetibili per poter procedere – come richiesto nella denuncia -querela presentata ai carabinieri di Briatico – all’autopsia sulla salma di Carmelo Costanzo che si trova attualmente all’obitorio di Catanzaro. L’incarico ai consulenti verrà conferito nella giornata di domani, venerdì 9 dicembre, e le parti offese hanno già comunicato l’intenzione di affidarsi al medico legale Maria Concetta Lazzaro. L’autopsia potrebbe essere effettuata sabato o, al massimo, lunedì prossimo. L’obiettivo della Procura di Vibo è quello di chiarire tutti i contorni della vicenda con elementi oggettivi che dovrebbero arrivare anche dall’esame autoptico e inquadrare così le eventuali falle nel processo di assistenza e di cura al paziente circoscrivendo le eventuali responsabilità ora a carico di ignoti. Non si esclude che già nelle prossime ore sul registro degli indagati possano essere inseriti i primi nomi e cognomi. Atto dovuto anche per consentire loro di difendersi negli accertamenti tecnici non ripetibili disposti dalla Procura in questa fase embrionale dell’inchiesta.
Cosa chiedono le parti offese
Concetta Loiacono, moglie di Carmelo Costanzo, nella sua articolata denuncia-querela ai carabinieri, ha chiesto esplicitamente “se fosse preciso dovere dei sanitari di Vibo Valentia verificare immediatamente le condizioni cliniche del paziente, disponendo senza indugio i dovuti accertamenti al fine di scongiurare traumi cranici o lesioni cerebrali e ciò a maggior ragione a seguito del referto della Tac eseguita presso l’Ospedale di Vibo Valentia che già in mattinata rilevava la presenza di una lieve emorragia come tale certamente contenibile”. I familiari della vittima vogliono sapere, inoltre, se “la nefasta evoluzione dell’emorragia che ne ha cagionato la morte sia direttamente collegata alle omissioni perpetrate dai sanitari in ambito nosocomiale ed al ritardo progressivamente accumulato per i relativi accertamenti, la formulazione di una diagnosi, ed il trasporto all’Ospedale di Catanzaro”.
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