“In questa triste vicenda che vede Catanzaro ridotta ad una miserevole “latrina”, dove un assessore non applica e non fa applicare, per come dovrebbe, le penali alle ditte inadempienti,sembra che qualcosa si stia muovendo. Sembrerebbe, dall’evoluzione della vicenda, che il sindaco Abramo, si sia finalmente reso conto che in città è seriamente a rischio la salute pubblica e il responsabile di questa “minaccia” ha un nome: Domenico Cavallaro”.
“L’assessore Cavallaro si è ritirato sull’Aventino nel suo silenzio piccato, offeso dalla plebe, ma c’è un altro silenzio molto strano, anzi due in verità: quello di tutta la maggioranza dove nessuno e sottolineiamo nessuno, ha alzato un dito in difesa dell’assessore Cavallaro, nemmeno i suoi due, o forse il solo superstite, consiglieri di Officine del Sud.
Ma neanche il sindaco Abramo, che in tempi diversi sostituì assessori per molto meno. Oggi non sostituisce Cavallaro, ma lo scavalca mettendolo in panchina e d’imperio pianifica operazioni di pulizia straordinarie.
Qui allora è lecito porsi delle domande. Perché una persona di valore e la sua assenza di peso all’interno dello stesso movimento si percepisce a pelle, come Giuseppe Pisano ha preso, o è stato costretto, a prendere le distanze da Officine del sud? Quali sono le cause? Perché il sindaco Abramo non chiarisce le dimissioni dell’ex assessore Mungo? Forse perché vittima di un complotto interno al movimento Officine del sud ardito dalla regia di Claudio Parente per favorire la scalata del suo braccio destro Cavallaro?
Uomo di fiducia che malgrado il sostegno elettorale, di tutti i vertici del movimento, era stato sonoramente bocciato dalle urne.
Perché il Sindaco Abramo non dimette Cavallaro? Quali sono i motivi, nascosti, che impediscono ad Abramo di mandare a casa Cavallaro? Esistono dei motivi di incompatibilità? E’ forse il gruppo di Forza Italia, quello che oggi è critico con il sindaco, ad aver fornito una scialuppa di salvataggio a Cavallaro? Esiste forse una garanzia del cartello di imprenditori sanitari cui fa riferimento il gruppo Officine del Sud ad impedire al sindaco Abramo di dimettere Cavallaro? E se si, quali sono i termini di questa garanzia capestro che blocca una città e la libertà, a questo punto presunta, del sindaco Abramo?
Di certo esistono delle evidenze che mettono in relazione Cavallaro al duo Poggi e Parente ed alla Vivere Insieme che resta affidataria o forse proprietaria di suoli comunali nel quartiere Corvo-Aranceto, dove da vent’anni sempre sotto l’egida di Abramo, non si è realizzato nulla.
A tal proposito, poteva l’Assessore Cavallaro in chiaro conflitto d’interessi votare in giunta la relativa pratica poi approdata in tempi record in Consiglio Comunale? E la nuova legge spazza corrotti? Eppure, fu anche motivo di vanto nella scorsa campagna elettorale, il finanziamento nazionale per le periferie degradate, ha messo in competizione la città di Catanzaro con il progetto “riqualificazione Catanzaro Sud-da periferia a nuova centralità”, solo per lucrare sul denaro pubblico, visto che ad oggi il risultato è il nulla!
In questo imbroglio amministrativo e politico c’è pure la ristrutturazione del Pala-Corvo, già inserito nel progetto finanziato, ma che oggi è stato ristrutturato con fondi propri del comune, mentre ad oggi tutto resta inserito nel progetto originario, senza i dovuti passaggi per stornare i fondi impegnati, visto che sarebbe impossibile domani fare una rendicontazione su opere già realizzate. Questi sono i dubbi, che stranamente vedono sempre Cavallaro al centro del meccanismo, sempre quello che tutela i soliti padroni con in mano una miridiade di Rsa(Residenza sanitarie per anziani) che come fatto autentico ha consegnato la nostra città agli onori della cronaca, per come abbiamo certezza che anche su questa ultima vicenda del Pala-Corvo esista un corposo esposto presentato alla Procura di Catanzaro.
Purtroppo siamo consapevoli che alcune vicende della città, quelle che imbavagliano il sindaco e lo rendono complice, che vedono Cavallaro servo sciocco e muto, devono passare dalla
Procura della Repubblica di Catanzaro, giusto per restituire verità alla verità e rispetto ai cittadini, che non sono assolutamente altre vittime, oltre quelle bene identificate delle cliniche cui afferiscono gli interessi del movimento Officine del Sud.
Non basta cambiare la casacca, infilarsi nei nuovi meccanismi vincenti della politica cittadina o regionale, se non si fanno i conti con la storia della città, dove ancora brucia come un delitto il fallimento dell’US Catanzaro, dove Cavallaro ha fatto anche il suo, insieme ai suoi titolari
politici di riferimento Poggi e Parente. La città ancora se lo chiede e, se lo chiede ancora di più oggi, verificando l’atteggiamento e il comportamento dell’assessore Cavallaro e del sindaco.
Da Officine del Sud a Fallimenti del Sud il passo è breve…
Sergio Abramo, muto e complice”.