di Mimmo Famularo – Nicola Fiorita come Lorella Cuccarini. Lei la più amata dagli italiani secondo un famoso spot che ha fatto la storia della tv italiana; lui il più amato dei catanzaresi secondo un sondaggio commissionato dal Partito democratico. Il leader di Cambiavento sarebbe in vantaggio sul professore Valerio Donato e sul penalista Aldo Casalinuovo, ancor più staccato. Numeri utilizzati da Boccia per convincere i più scettici a puntare su Fiorita, indicato dal Nazareno come il “candidato vincente” per riportare il centrosinistra a governare il Comune di Catanzaro. Un sondaggio in possesso del segretario regionale Nicola Irto e visionato nell’ultima accesissima riunione dal presidente dell’Assemblea del Pd Giuseppina Iemma e da altri esponenti di primo piano, alcuni dei quali per nulla convinti, anzi molto perplessi. Un metodo che nei fatti ha smentito lo stesso Irto: “Il candidato a sindaco di Catanzaro? Lo decideranno i catanzaresi”, aveva dichiarato nel corso dell’assemblea congressuale provinciale. A quanto pare lo ha deciso invece un sondaggio calato dall’alto. Altro che consultazione degli iscritti o primarie di coalizione come ultima ipotesi per una candidatura il più possibile condivisa. Nulla di nuovo, insomma, in casa del Pd anche nel nuovo corso portato avanti da Nicola Irto. Così Fiorita si ritrova tra divisioni e malumori di fronte a una missione se non impossibile, improbabile: creare quel “campo largo” che tanto piace a Enrico Letta.
“Più che campo largo, campo di calcetto”
“Più che campo largo, campo di calcetto”
Il problema è che la coperta appare troppo corta perché mentre da una parte si rafforza il lato sinistro con l’adesione al progetto del Movimento Cinquestelle e dei seguaci di De Magistris, dall’altra resta scoperto il fronte destro con Valerio Donato autentica spina nel fianco. Emblematico il contenuto di una nota diramata agli organi di stampa da Alcide Lodari, già capogruppo in Consiglio comunale ai tempi di Rosario Olivo, per il quale il “campo largo” che chiedono Letta e Boccia esiste già e a suo giudizio è quello che sta costruendo proprio Donato. “Pensavo – scrive – che il ‘metodo Graziano’, causa principale delle due cocenti sconfitte nel giro di un anno alle regionali, fosse stato accantonato dal Pd. Si è invece andati avanti a Catanzaro con il medesimo sistema, vale a dire un estenuante casting di candidati e l’ostentazione di sondaggi a cui nessuno crede, come quello che annunciava il sorpasso della Bruni su Occhiuto”. Strali anche su Fiorita e la sua opposizione ad Abramo che Boccia ha definito “strenua” ma che per l’ex capogruppo ci sono “solo poche e deboli tracce in Consiglio comunale” di tutto ciò. Fuori dalle polemiche, Lodari consiglia un campo realmente largo “che va da una consistente quota di esponenti del Pd (alcuni dei quali hanno contribuito in maniera determinante alla conquista dei seggi in Consiglio Regionale) fino alle componenti socialiste e di ispirazione cattolica, nonché a liste civiche moderate che non si sentono più rappresentate dal centrodestra”. In pratica il progetto portato avanti da Donato. “Quello che intende costruire il Pd – commenta sarcasticamente Lodari – sembra più un campo di calcetto, ristretto all’alleanza con i Cinquestelle che notoriamente alle amministrative di Catanzaro non riescono nemmeno ad entrare in Consiglio comunale”.
Si sfila la sinistra radicale
Intanto dal “campo largo” si è già sfilata l’estrema sinistra rappresentata da Calabria resistente e solidale, Rifondazione Comunale e Potere al Popolo. “Ribadiamo – hanno scritto in un comunicato stampa congiunto – l’alternatività di questo schieramento sia al centrosinistra sia al centrodestra, poli che hanno grandi responsabilità nel declino del capoluogo di Regione e nell’emarginazione delle sue classi popolari”. Giovedì prossimo nuova riunione con l’obiettivo di proporre un candidato a sindaco che rappresenti l’universo della sinistra radicale.
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