di Gabriella Passariello- Una consulenza medico-legale di parte mette in discussione e ribalta la decisione del gip del Tribunale di Catanzaro che aveva disposto un decreto di sequestro preventivo di 206.305,76 euro nei confronti di Anna Maria De Fazio, 74 anni, di Catanzaro, indagata per truffa aggravata (in concorso con un medico), beneficiaria di una invalidità civile sulla base di una cecità assoluta, secondo la Procura, inesistente (LEGGI QUI). Una perizia il cui contenuto ha portato il Tribunale del Riesame di Catanzaro, presieduto da Filippo Aragona, ad accogliere il ricorso dei codifensori dell’indagata, gli avvocati Rossella Sinopoli e Domenico Viscomi, annullando il provvedimento del giudice di prime cure e disponendo il dissequestro delle somme “sigillate”.
“E’ cieca civile ai fini previdenziali”
“E’ cieca civile ai fini previdenziali”
Dalle carte depositate nel corso dell’udienza camerale a porte chiuse dalla difesa, emerge che De Fazio è affetta da cecità assoluta ed è considerata, dalla legge, cieca civile ai fini previdenziali anche se nella pratica quotidiana può continuare a svolgere “quelle attività ripetitive, collaudate da anni, come andare in bicicletta o recarsi da sola al consueto posto di lavoro, grazie al progressivo adattamento al mondo esterno che un soggetto affetto da questa malattia opera proporzionalmente al progressivo indebolimento della vista”. La difesa ha inoltre sottolineato ai giudici del collegio come l’insussistenza dei presupposti fisici per la concessione dell’indennità erogata dall’Inps, si fondi, per Procura e gip, esclusivamente sulla base dei riscontri visivi effettuati dalla Forze dell’ordine che in diverse occasioni hanno notato la donna eseguire dei movimenti incompatibili con il proprio status di cieca assoluta, senza però verificare da un punto di vista medico- scientifico l’effettiva inesistenza dei requisiti per ottenere il sussidio.
Il Riesame: “L’accusa priva di documentazione sanitaria”
Per il Riesame l’annullamento del provvedimento del gip è una decisione inevitabile di fronte alla mancanza di una documentazione sanitaria da parte dell’accusa, che comprovi la carenza dei presupposti per la concessione del beneficio, “mentre la difesa ha prodotto una consulenza medica attestante il riconoscimento dello status di ciecità assoluta”. Una vicenda giudiziaria quella della falsa cieca, che ha avuto un eco mediatico nazionale e che rischia di vacillare alla luce della decisione dei giudici del collegio.
LEGGI ANCHE | Falsa cieca da quasi venti anni, smascherata dai carabinieri una donna di Catanzaro (VIDEO)