La fiction su Riace “Tutto il mondo è paese”, con Beppe Fiorello nel ruolo di Lucano, fu prodotta dalla Rai più di tre anni fa e la prima messa in onda era prevista per febbraio 2018, ma poi, dopo ulteriori slittamenti, non andò mai in onda. “Non escludo che la ‘ndrangheta abbia potuto avere un ruolo nello stop alla messa in onda della fiction dedicata a Riace”. Intervistato da Klaus Davi per il web talk KlausCondicio, Mimmo Lucano, ex sindaco della cittadina calabrese da molti considerata un modello per l’integrazione dei migranti e candidato al Consiglio regionale nelle liste di Luigi de Magistris, non ha escluso questa ipotesi.
Il commento alla vicenda giudiziaria
Il commento alla vicenda giudiziaria
“Per mia natura – afferma Lucano in merito alla vicenda giudiziaria nella quale è stato coinvolto – dico che è brutto trovarsi con questo peso nell’anima e il pensiero di cosa possano pensare di te le altre persone. È una condizione che non vorrei augurare a nessuno, neanche alla peggiore persona. C’è sempre una dimensione umana che bisogna rispettare. Non è giusta la persecuzione, non è mai una giustificazione. Vale anche per Berlusconi come per qualsiasi altro essere umano. Per quanto riguarda la politica, non sono nessuno per dare indicazioni, il mio è solo un auspicio che si possa avere un orizzonte più largo possibile. Questo non significa tornare al vecchio politichese. Verso Mario Oliverio così come Agazio Loiero c’è un rapporto di affetto. Mi rendo conto che non sono la sinistra antagonista ma sulla questione che ha fatto volare l’immagine della Calabria intesa come terra di solidarietà e inclusione nel mondo sono stati presenti e partecipi. È un auspicio, una speranza. Bisogna dire le cose come stanno: gli ideali della Lega si riconducono verso il neofascismo. Quelli sono i punti di riferimento: l’odio razziale. Matteo Salvini con le mie vicende non c’entra nulla. Tutti i miei guai sono inziati con Marco Minniti ministro degli Interni”.