Antonio De Pace è stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver ucciso il 31 marzo scorso la fidanzata Loredana Quaranta, 27 anni in una villetta di Furci Siculo, in provincia di Messina. De Pace, originario di Dasà nel Vibonese, è accusato di aver tramortito la giovane donna con un oggetto e poi di aver soffocata. Nella conclusione delle indagini l’accusa gli ha contestato anche l’aggravante della premeditazione, in quanto aveva inviato prima dei messaggi familiari in cui diceva di voler trasferire dei risparmi che aveva accumulato ai nipoti, messaggi che poi sono stati cancellati. Nel corso dell’udienza preliminare si sono costituiti parte civile i familiari di Loredana e otto tra associazioni e centri antiviolenza.
I fatti
I fatti
I due giovani, 29 anni lui, 27 lei, studentessa universitaria, vivevano insieme. L’omicidio è stato commesso in piano lockdown. De Pace, dopo aver strangolato la ragazza con cui aveva avuto una violenta lite, ha chiamato i carabinieri e confessato l’omicidio. Il giovane avrebbe anche tentato il suicidio tagliandosi le vene ma riuscendo a procurarsi solo ferite superficiali.
I difensori del giovane – gli avvocati Bruno Ganino e Ilaria Intelisano – avevano chiesto il giudizio abbreviato condizionato allo svolgimento di una perizia psichiatrica, ma il gup ha rigettato l’istanza perchè il rito alternativo, per gli omicidi aggravati commessi in periodo successivo al febbraio del 2019, non è più consentito. Il processo inizierà il 17 marzo prossimo.