“Sa davvero di amarcord anni ’80 l’insistenza miope con cui Lega, Forza Italia e Italia viva continuano a spingere l’idea del ponte sullo Stretto di Messina. La baldanza dei tre partiti oggi è sfociata addirittura in un intergruppo parlamentare del cemento dedicato ad hoc a questo progetto, che solo pochi giorni fa è stato bollato nelle linee programmatiche come ‘fuori contesto’ da Enrico Giovannini. Il quale, lo ricordiamo, è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del governo di cui Lega, FI e Iv fanno parte. Evidentemente per questi parlamentari l’opera, ritenuta fuori dalla storia addirittura qualche decennio fa, è la panacea di tutti i mali per i ritardi infrastrutturali del Sud. Poco importa se i collegamenti per Reggio Calabria siano ancora complicatissimi, e peggio ancora che merci e persone per raggiungere Messina debbano affrontare un autentico calvario da ogni punto della Sicilia. Ragionare in termini organici di un grande piano infrastrutturale per il Meridione, per questi partiti, è una perdita di tempo: basta costruire il ponte e il gioco è fatto. Di certo però questo intergruppo è un segnale importante per il quadro politico italiano, poiché sancisce finalmente l’ingresso di Matteo Renzi nell’alleanza-calderone del centrodestra. Un habitat naturale sicuramente più congruo al suo partito. Come M5s riteniamo che per rilanciare il Sud Italia ci sia bisogno di pensare a progetti seri, fattibili e interconnessi. Una cattedrale nel deserto non risolve nulla”. Così in una nota i senatori M5s in commissione Lavori Pubblici e Trasporti.