di Mimmo Famularo – Stavolta la lettera non è arrivata per mail ma per raccomandata. Il boss latitante Pasquale Bonavota ha scritto direttamente al Tribunale collegiale di Vibo Valentia presieduto da Brigida Cavasino. La richiesta è sempre la stessa: nominare quale difensore di fiducia l’avvocato Tiziana Barillaro. L’istanza firmata dal 48enne di Sant’Onofrio è stata inviata – da quanto si apprende – direttamente da Roma. A darne notizia è stato lo stesso giudice, Brigida Cavasino, in apertura dell’udienza del maxiprocesso Rinascita Scott in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme.
Richiesta accolta
Richiesta accolta
L’istanza ricevuta via posta dal collegio giudicante è stata fatta visionare al pm antimafia Antonio De Bernardo che si è opposto ritenendo non autentica la firma e notando una diversità con quella apposta sulla carta d’identità allegata alla richiesta. L’avvocato Leopoldo Marchese, in sostituzione della collega Tiziana Barillaro, ha invece sostenuto il contrario chiedendone l’accoglimento. I giudici si sono ritirati quindi in camera di consiglio e, a scioglimento delle riserve, si è deciso di dare il via libera al conferimento dell’incarico all’avvocato Tiziana Barillaro. Sarà lei quindi a difendere nel dibattimento Pasquale Bonavota, ritenuto dalla Dda di Catanzaro il boss dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta di Sant’Onofrio, sulla cui testa pende una condanna all’ergastolo.
Caccia aperta
Condannato al carcere a vita al termine del processo scaturito dall’operazione “Conquista”, da novembre del 2018 ha fatto perdere le proprie tracce. E’ riuscito a sparire nel nulla qualche ora prima dell’esecuzione dell’ordine di carcerazione disposto dall’autorità giudiziaria dopo la condanna emessa in primo grado. Quando lo scorso 19 dicembre scattò l’operazione “Rinascita Scott” lui era già latitante. Se il fratello Domenico è considerato il capo dell’ala militare, Pasquale è invece la “mente” del clan che in provincia di Vibo Valentia è secondo solo ai Mancuso per forza e prestigio criminale.