di Sergio Pelaia – La rissa non è stata sfiorata in un territorio in cui i dem non toccano palla, bensì a Cosenza, la città che ha rappresentato l’unica gioia recente per il centrosinistra calabrese con la vittoria di Franz Caruso alle Comunali. Nonostante (o forse proprio per) questo, gli animi si sono parecchio surriscaldati nell’assemblea provinciale del Pd in cui non un intervento qualsiasi, ma quello del responsabile regionale del tesseramento Italo Reale, ha sollevato forti contestazioni, arrivate al limite dello scontro fisico, da parte dell’ex vicepresidente della Regione Nicola Adamo e dell’attuale assessore comunale Damiano Covelli.
Il congresso e le candidature del 2023
Il congresso e le candidature del 2023
Al di là dell’episodio, che la dice lunga sul fuoco che cova sotto la cenere nel Pd calabrese, il vero nodo è rappresentato dal congresso che il commissario regionale Stefano Graziano ha annunciato che si farà entro Natale. Dopo due sconfitte consecutive alle Regionali e tre anni di commissariamento tutti, almeno a parole, vogliono che il Pd torni a dotarsi di organismi eletti dagli iscritti. Ma più che l’amore per la democrazia le attenzioni che si concentrano sul congresso sono dovute soprattutto al ruolo che chi guiderà il partito avrà in una partita importante come le Politiche del 2023.
Le “provocazioni” e l’ipotesi di rinvio
Per questo c’è chi tra i dem si dice convinto che alla fine si concluderà anche quest’anno senza che il Pd abbia un segretario regionale eletto. Durante la rissa sfiorata a Cosenza sono state tirate in ballo perfino le inchieste giudiziarie, riferimenti bollati come “provocazioni” che secondo qualcuno sarebbero non frutto del caso ma di una strategia precisa. Che punterebbe, sempre secondo i complottisti interni, a rinviare ancora l’elezione del segretario motivando questa “necessità” con i numeri non proprio esaltanti che si stanno registrando con il tesseramento online.
Il flop
Salutato come una grande novità che avrebbe portato “chiarezza e trasparenza” in un partito spesso finito al centro di polemiche per i tesseramenti gonfiati – ma in altre regioni del Sud sta succedendo ugualmente anche con le nuove tecnologie – l’esordio delle tessere online farebbe al momento registrare appena 3200 adesioni. Un po’ poche se si pensa che il Pd, pur nella sconfitta e pur perdendo 18mila voti rispetto a gennaio 2020, alle Regionali del 3-4 ottobre ha preso 100mila preferenze. La fase del tesseramento dovrebbe chiudersi tra pochi giorni, il 30 novembre, mentre per il 17-18-19 dicembre era stata annunciata la conclusione della fase congressuale. Non ci vorrà dunque molto per sapere se sarà davvero così.
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