Leto, l’unico impiegato che rimase a lavorare nella Prefettura di Catanzaro durante la guerra

La lettera del prefetto scritta nel 1943: "rimasto al Suo posto di lavoro durante tutto il periodo delle incursioni, Lei è esempio più che raro"

Una personalità riemersa dalla storia della Calabria da rivalutare. Si tratta di Francesco Leto, primo archivista della Prefettura di Catanzaro. A ricordarlo, il nipote catanzarese Nicola Continolo, 73 anni, funzionario nel settore sanitario. Francesco Leto, di Luigi, nato il 4 marzo 1895 a Crotone e morto a Catanzaro il 10 gennaio 1950,   era il papà della mamma di Continolo, Luigia Leto. Francesco Leto sposò Rosalia Lancellotti da cui ebbe quattro figlie. Ora riposa a Crotone. Nicola Continolo parla con orgoglio nel ricordare il nonno, rivolgendosi a Luigi Stanizzi vicepresidente del sindacato Libero Scrittori Italiani, sezione Calabria. Ma cosa ha fatto di speciale? Ecco cosa scrive ufficialmente allo stesso Leto il Prefetto di Catanzaro, il 10 Settembre del 1943.

La lettera del Prefetto di Catanzaro scritta nel 1943

La lettera del Prefetto di Catanzaro scritta nel 1943

“Caro Leto, unico impiegato dell’Archivio Generale rimasto al Suo posto di lavoro durante tutto il periodo delle incursioni, Lei è stato di esempio più che raro di attaccamento all’Ufficio benché avesse seco numerosa famiglia rimasta in città durante tutto questo periodo. Incurante delle necessità della famiglia, ha tenuto da solo il delicato servizio di archivio, moltiplicandosi in ogni momento senza stanchezza. Ha sorvegliato personalmente tutto il carteggio evitando possibili manomissioni, tenuto conto del continuo affluire di persone in Prefettura. Fedelissimo collaboratore dei suoi colleghi, sprezzante del pericolo, Ella non si è mai allontanata dal Suo posto ed ha sopportato con fermezza sacrifici e privazioni contenendo i Suoi famigliari di fronte al dovere. Ella – conclude il Prefetto nel 1943 sempre rivolgendosi a Leto ­– merita ogni particolare considerazione ed elogio. Nel comunicarLe di avere segnalato quanto sopra al Ministero dell’Interno, Le esprimo nuovamente il mio vivo elogio”. Un lavoro particolarmente delicato quello di archivista in quel periodo bellico, in cui Catanzaro venne bombardata e ci furono tante vittime

La Croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia

Leto si era fatto conoscere ed apprezzare dai vertici anche per altri meriti, fin da quando prestava servizio alla Prefettura di Crotone. Il 2 Aprile 1946 ­– continua Continolo nel suo racconto a Luigi Stanizzi esibendo la documentazione – il ministro della Real Casa comunica a Francesco Leto: “Gentilissimo Cavaliere, Sua Altezza Reale il Luogotenente Generale del Regno, desiderando darLe un segno di speciale considerazione per i lunghi ed apprezzati servizi dal Lei resi all’Amministrazione dello Stato, Si è compiaciuto conferirLe, motu proprio, la Croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia”. Un grande riconoscimento.

Gli encomi

Altri lusinghieri attestati gli erano pervenuti sin dall’11 Ottobre del 1923, dalla sottoprefettura di Crotone che scrive al prefetto di Catanzaro segnalando il Suo impegno nella Colonia Marina dove erano stati assistiti 120 bambini, fra cui 60 orfani di guerra “senza che siavi verificato il minimo inconveniente e con generale soddisfazione”.  Ottenne così un encomio dal ministero il 3 Novembre del 1923. Il 30 Luglio del 1924 quando la stessa sottoprefettura lo propone per un premio e un encomio, per il lavoro svolto e inchieste nei Comuni del Circondario. E il 23 Agosto del 1924 il Ministero gli concesse un altro encomio “per l’opera diligente e proficua”. Ancora encomi il 29 Aprile 1925 “per l’opera diligente e proficua prestata per il Comune di Belvedere Spinello”. Nel 1926 chiese di essere destinato in colonia “preferibilmente a Tripoli”. Il 4 Gennaio del 1938 il presidente dell’Istituto Centrale di Statistica del Regno d’Italia inviò a Francesco Leto, residente a Catanzaro, il diploma di Benemerenza che gli era stato assegnato dal decreto da Capo del Governo il 30 Novembre del 1937 (inserito nella Gazzetta Ufficiale del Regno del 15 Dicembre) “per l’opera data alla migliore riuscita dell’VIII Censimento generale della popolazione, eseguito alla data del 21 Aprile del 1936”. Il 24 Giugno del 1940, il Prefetto della Regia Prefettura di Catanzaro comunicò a Francesco Leto, archivista della Regia Prefettura, che era stato nominato “componente della Commissione Provinciale di censura postale, telegrafica  e telefonica” con sede in Catanzaro. Oggi – chiede il nipote Nicola Continolo a Luigi Stanizzi – basta tutto ciò per ricordare la figura di Francesco Leto, magari con una targa-ricordo all’interno della Prefettura di Catanzaro

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