Come anticipato da Calabria 7 nelle scorse settimane (LEGGI QUI) ora sono in molti, dall’interno, ad ammettere che il congresso regionale del Pd possa slittare rispetto alla data che gli stessi vertici calabresi avevano indicato, ovvero il 18 dicembre. Le motivazioni, quando in casa dem si deve rinviare qualcosa, si trovano sempre: dalla concomitanza con il voto per il rinnovo di 4 consigli provinciali al riacutizzarsi della pandemia, rimane però sempre sullo sfondo quello che è il vero nodo, cioè il tesseramento.
Il boom in Campania e il flop in Calabria
Il boom in Campania e il flop in Calabria
La modalità di iscrizione online è stata presentata come garanzia di trasparenza contro i “capibastone” (il copyright è proprio del commissario regionale Stefano Graziano) del passato ma ciò che è successo in Campania non sembra confermare questa visione: già 15 giorni fa il Pd nazionale ha sospeso il tesseramento online di Avellino per “anomalie” che si traducono esattamente nei tesseramenti gonfiati che in Calabria ci si propone di scongiurare grazie alle nuove tecnologie. Qui invece c’è per il problema opposto: appena poche migliaia di tessere registrate in un mese non sono certo rappresentative per un partito che alle Regionali del 3-4 ottobre ha preso, pur perdendone rispetto alle elezioni precedenti, oltre 100mila voti.
La rissa di Cosenza
Intanto l’attenzione, che sia creata ad arte o no, si è spostata sulla rissa sfiorata nell’assemblea provinciale di Cosenza con i fedelissimi dell’ex vicepresidente della Regione Nicola Adamo che si sono scagliati contro il responsabile regionale del tesseramento Italo Reale (LEGGI QUI). Dopo quell’episodio, con tanto di video che ha fatto il giro delle chat, la Commissione regionale di garanzia si è autoconfermata la custode “assoluta” della trasparenza “della gestione e del monitoraggio delle procedure di tesseramento, della democrazia interna del Partito e di selezione, sulla base di quanto previsto dallo statuto e dal codice etico, delle richieste di iscrizione”.
L’intervento della Commissione di garanzia
La triade formata da Alessandra Caruso, Girolamo De Maria e Ivana Grisolia – affiancata dai presidenti provinciali, tra cui spicca la vicesindaca di Cosenza Maria Pia Funaro – ha diffuso il verbale della riunione di domenica in cui si avvisa che si “procederà ad esaminare con estrema attenzione gli avvenimenti accaduti giovedì 25 novembre nell’assemblea degli iscritti di Cosenza per valutarne le conseguenze”, ringraziando Reale “per il comportamento composto che ha reso omaggio al ruolo di noi tutti” ed esprimendo “disapprovazione per ciò che risulta dal video che ha libera circolazione in tutta la Calabria” e “disappunto per le parole espresse contro la Cittadinanza di Sambiase”.
La democrazia o le carriere?
Nel video incriminato uno dei più animosi nella contestazione contro Reale appariva Damiano Covelli, compagno di giunta di Funaro a Cosenza la quale gli avrebbe “soffiato” il posto di vicesindaco facendo prevalere le indicazioni di Francesco Boccia su quelle di Adamo-Bruno Bossio. Un clima non esattamente da “volemose bene” che fa capire come tutti vogliano solo a parole un ritorno alla democrazia interna nel Pd calabrese, essendo in realtà molto più attenti a prevalere nella solita guerra per bande combattuta sottotraccia per mantenere rendite di posizione e garantire singole carriere in vista delle Politiche del 2023.
s. pel.