L’INTERVISTA | Di Lieto e la questione morale a Catanzaro: “Via i mercanti di voti dal Comune”

Il candidato sindaco sostenuto dalla sinistra radicale parla ai microfoni di C7 e chiede un passo indietro degli amministratori coinvolti in inchieste giudiziarie

di Mimmo Famularo – Un passo indietro di tutti gli amministratori coinvolti nelle inchieste giudiziarie in vista delle elezioni comunali che porteranno Catanzaro al voto il prossimo 12 giugno. Francesco Di Lieto rilancia la “questione morale” in un’intervista ai microfoni di Calabria7 e sottolinea l’importanza di “praticarla” e non solo di “predicarla” come vaccino al decadimento etico che secondo il candidato a sindaco della sinistra radicale è ormai sotto gli occhi di tutti: Parla senza filtri, senza giri di parole, non usa il politichese l’avvocato catanzarese, vice presidente del Codacons. Ribadisce di essere completamente alternativo al centrodestra e anche al Partito democratico che non appoggerà neanche in caso di ballottaggio: “Sono come i ladri di Pisa, fingono di litigare ma di notte rubano insieme” sostiene Di Lieto sottolineando la finta contrapposizione esistente a Catanzaro, identificata come una città “gattopardiana”: dove tutto deve cambiare affinché nulla cambi.

Francesco Di Lieto, da vice presidente del Codacons ad aspirante sindaco di Catanzaro. Come nasce questa candidatura e con quali obiettivi?

Francesco Di Lieto, da vice presidente del Codacons ad aspirante sindaco di Catanzaro. Come nasce questa candidatura e con quali obiettivi?

Siamo gli unici ad essere diversi. Non è un giudizio ma una semplice constatazione. Dovrà convenire come oggi ci venga proposta una bizzarra contrapposizione. A Catanzaro fingono di litigare mentre a Roma governano insieme. In un panorama così desolante, mi chiedo, come si possa definire di sinistra il Pd, impegnato in un forsennato tentativo di scimmiottare le destre. Essere di sinistra a Catanzaro, significa ribaltare la visione egocentrica della borghesia dei salotti buoni, quella con la puzzetta sotto il naso che si ricorda di alcune periferie, di alcune persone, solo quando serve “comperare” il consenso. Noi ci occuperemo di tutti i Catanzaresi, a cominciare dagli ultimi, dagli invisibili.

– Lei sarà sostenuto dalla sinistra radicale e per sinistra radicale intendiamo Rifondazione Comunista e Potere al Popolo. La sua è una candidatura anti-sistema, ovvero – sono parole sue – contro affaristi, massoni deviati, criminali. Catanzaro è davvero messa così male?

A Catanzaro la situazione è talmente grave che costringe i protagonisti di questo sfascio a nascondersi, a mimetizzarsi. Da una parte gli artefici del sacco della città, hanno dato vita ad una gigantesca più operazione gattopardesca. Una intera classe dirigente che migra (come fossero le vacche di Fanfani), ammainando simboli e bandiere, per tentare di far passare in secondo piano un clamoroso fallimento.
Il “tirare a campare” elevato a sistema. Dall’altra parte imbarazzante ritorno al Medioevo, che viene dopo un assordante silenzio in occasione delle competizioni elettorali. Si è accantonato il vessillo del civismo e si è giunti all’umiliazione di andare a implorare la benedizione del nipote del gran ciambellano di Re Silvio. In questo quadro a tinte fosche, si muovono vecchi arnesi della politica, logge massoniche, mercanti di voti e criminali patentati, tutti attratti dal profumo dei soldi. Ciò che è francamente imbarazzante è che in città queste logiche perverse e questi personaggi sono ben note a tutti. Eppure si accetta supinamente di votare chi si è reso protagonista di una stagione tanto insipiente quanto avvilente, tanto che lo stesso presidente del consiglio comunale pare abbia dichiarato di aver presieduto il peggior consiglio della storia. Una clamorosa bocciatura che, in un paese normale, dovrebbe imporre le naturali conseguenze a tutti coloro che hanno affollato i banchi consiliari”. 

-Lei sostiene che non debbano essere candidati indagati e non bisogna nascondersi dietro l’assenza di una condanna per giustificare certe candidature. Così si rischia di passare però dal garantismo ‘peloso’ al populismo giudiziario?

La storia siamo noi – cantava de Gregori – nessuno si senta escluso. Ed infatti a decidere il futuro di Catanzaro li ritroviamo proprio tutti. Mi riferisco ai consiglieri comunali che – secondo l’Ufficio di Procura – avrebbero depredato le casse comunali. Pronti a tornare ad amministrare ci sono anche quei consiglieri nei cui confronti il Comune ha inteso costituirsi parte civile, per chieder loro i danni. Sembra davvero un paradosso. Quell’esercito di consiglieri ai quali il comune chiede i danni per i loro comportamenti, oggi vengono investiti dell’onere di determinare il futuro della città. Qualcuno come candidato, qualcun’altro come suggeritore. Certo, le eventuali responsabilità penali dovranno essere provate nelle aule di giustizia e, fino ad una sentenza definitiva son tutti innocenti. Tuttavia dovremmo chiederci se davvero i catanzaresi vogliano attendere supinamente le decisioni di un Tribunale, prima di intervenire. Se davvero partiti e movimenti preferiscano inchinarsi a logiche perverse che finiscono per renderli sempre più simili alle prostitute di Battiato, rispetto a dei pacchetti di voti. Perché se così fosse, verrebbe sancita la totale subalternità della politica alla magistratura e l’assoluta incapacità di partiti e movimenti di far “pulizia” al proprio interno, preferendo nascondersi dietro l’assenza di sentenze di condanna. Sarebbe un segnale di doveroso rispetto verso i cittadini e verso le istituzioni, che tutti gli amministratori coinvolti nell’ambito di inchieste giudiziarie siano chiamati a fare un passo indietro. Purtroppo a queste latitudini la questione morale non si pratica …si predica.

-Se dovesse passare il suo ragionamento più della metà dei consiglieri comunali uscenti non dovrebbe candidarsi

Stia tranquillo, ci saranno tutti. Infatti la questione morale non viene presa neppure in considerazione.
Il decadimento etico è sotto gli occhi di tutti, così come le mani della criminalità che, grazie a complicità diffuse, finiscono per stringersi sempre più su di ogni attività, soffocando ogni spazio democratico.
Purtroppo il fallimento è generale. All’insipienza della maggioranza, concentrata su accordi inciuci, balletti, dimissioni date ed immediatamente revocate, si aggiunge una minoranza che ha dimenticato il suo ruolo fondamentale. Difatti, anche se non “governa” la città, la minoranza ha la funzione di custodire e preservare la “legittimità degli atti”. Un’attività di controllo che a Catanzaro è mancata. Difatti un esercizio continuo e costante dell’attività di controllo avrebbe garantito una reale efficienza della macchina amministrativa, considerato che tutti contribuiscono al suo funzionamento, nell’interesse della collettività e non solo chi direttamente redige ed approva gli atti e provvedimenti, ma anche chi è preposto ad esercitare forme di controllo.

– C’è tuttavia chi ha scelto di non candidarsi perché alle prese con guai giudiziari di vario tipo ma neanche troppo velatamente sta costruendo liste ad personam nascoste sotto insegne civiche.

L’ipocrisia regna sovrana. Sembra quasi un vecchio film di Nanni Moretti: “Mi si nota di più se mi candido vengo o se me ne sto in disparte nascondendomi?

-Lasciamo l’aspetto etico e giudiziario, passiamo all’aspetto prettamente politico: una buona fetta del centrodestra sostiene un ex Pd come Valerio Donato mentre l’avvocato Antonello Talerico che potrebbe diventare consigliere regionale per Forza Italia va da solo sostenuto da Tallini, il Partito democratico appoggia invece Nicola Fiorita che nel 2017 non sostenne al ballottaggio il candidato del Pd contribuendo alla vittoria di Sergio Abramo. Un paradosso dietro l’altro. 

Alla fine i burattinai son sempre gli stessi. Ci prepariamo al gran ballo di giugno all’insegna del cambiamo tutto affinché nulla cambi. Pensi che Fiorita e Talerico, cinque anni addietro, erano alleati ed ora, dopo aver sostenuto il PD e Forza Italia alle competizioni regionali, si apprestano a tornare ad esserlo. Ovviamente soltanto al ballottaggio, perché farlo subito potrebbe davvero far storcere il naso a qualcuno.

-Perché a sinistra dovrebbero preferire lei e non Nicola Fiorita che si dice sia anche appoggiato dai fedelissimi di De Magistris

Noi proseguiamo in un percorso di assoluta coerenza. Luigi De Magistris sta costruendo un importante progetto per il Paese, assolutamente alternativo ai partiti di governo, con una “netta rottura col Pd neoliberista e guerrafondaio”. Per questo non ritengo possibile che a Catanzaro demA possa stare in una coalizione proprio con il PD e smentire le posizioni nazionali. Ritengo invece che qualcuno, per soddisfare storiche ed insaziabili ambizioni personali, abbia utilizzato De Magistris e le “regionali” proprio come un taxi.
Addirittura leggo che qualche “anima bella” abbia provato ad offrirsi finanche alla destra, giungendo a dichiarare di “condividere il progetto” di Valerio Donato. Tanto da essere stato oggetto di sberleffi da parte della coalizione di Donato, che lo ha descritto come estremamente interessato alle trattative della destra e, addirittura, “animato da una vera e propria condivisione di intenti”. Condivisione che lo ha portato, addirittura a, “sedere ai tavoli delle trattative”… Poi, folgorato sulla via di Damasco, è tornato a casa a sostenere il nuovo che avanza. Mi auguro, per lui, che abbia avuto una offerta migliore rispetto ai tradizionali 30 denari.
Sinceramente di questi vecchi arnesi facciamo volentieri a meno. Preferiamo occuparci di chi è rimasto indietro e, inascoltato, invoca aiuto.

-Se dovesse esserci un ballottaggio. Chi appoggerà?

Non sottovaluterei la rabbia dei Catanzaresi, la disperazione di chi non ha più nulla da perdere, di chi urlava.
Personalmente non penso che i cittadini premieranno chi ha già dimostrato come si sperperano le risorse.
Se, tuttavia, l’elettorato non dovesse riconoscere la nostra diversità rispetto ai soliti noti, al ballottaggio – voglio dirlo con estrema chiarezza – non potremmo mai sostenere alcuno. Sono come i ladri di Pisa, fingono di litigare ma, di notte, rubano insieme. 

-Secondo lei Valerio Donato e il suo progetto civico non rappresenta la discontinuità

Valerio Donato rappresenta buona parte del consiglio comunale uscente nonchè una discreta fetta della ricca borghesia cittadina e alcune importanti casate. Troverei davvero curioso che pensionati, commercianti ridotti sul lastrico, lavoratori precari… delegassero i protagonisti dello sfascio, gli avidi prenditori cittadini, a rappresentare i loro bisogni. 

-Dove ha fallito secondo lei Sergio Abramo. In fondo Catanzaro sembra essere uno dei pochi comuni calabresi di una certa grandezza con i conti in ordine. Almeno apparentemente.

Sergio Abramo, che oggi sgomita alla ricerca di un autobus per Roma, ha messo in secondo piano i Cittadini anteponendo loro gli interessi di ben noti gruppi di potere. Abramo è passato dall’essere il sindaco più combattivo nei confronti di SoRiCal ad essere il massimo responsabile di SoRiCal. Non appena ha posato il sedere sulla poltrona più alta della società a cui abbiamo regalato le risorse idriche calabresi, ha dimenticato i cittadini di Catanzaro. Abramo ha fallito perché oggi ci consegna una città che ha perso 15mila abitanti. Una città che ha costretto tanti, troppi, ragazzi ad andar via. E’ giunto il momento di mandare a casa questi professionisti dell’amicizia. Prima che sia troppo tardi. Il 12 giugno saremo chiamati ad un referendum.
E, sono certo, i Catanzaresi correranno in massa per esprimere la loro rabbia contro chi ha piegato agli appetiti criminali il futuro dei nostri figli. I Catanzaresi manderanno in soffitta personaggi che hanno elevato la raccomandazione a sistema di vita”.

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