Coronavirus, il pregiudizio della settimana bianca: obbligati a quarantena?

“Chiediamo a quanti tornano dalle zone rosse e dalle settimane bianche di rimanere in quarantena”. E’ questo un estratto di una frase affermata dal sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, nel corso del video appello alla città per l’emergenza del Coronavirus.

Partiamo da questa frase del sindaco del capoluogo di regione per raccontare la storia di un un catanzarese, rientrato sabato scorso dalla settimana bianca trascorsa a Brunico, in Trentino Alto Adige. Una vicenda paradossale, che pone in evidenza una problematica vissuta in prima persona e che potrebbe riguardare tanti altri calabresi rientrati dal Nord Italia.

Partiamo da questa frase del sindaco del capoluogo di regione per raccontare la storia di un un catanzarese, rientrato sabato scorso dalla settimana bianca trascorsa a Brunico, in Trentino Alto Adige. Una vicenda paradossale, che pone in evidenza una problematica vissuta in prima persona e che potrebbe riguardare tanti altri calabresi rientrati dal Nord Italia.

La tribolata storia del signor G. comincia sabato scorso, quando da Brunico, decolla da Milano Linate ed atterra a Lamezia Terme. Rientrato presso la propria abitazione a Catanzaro ed appreso di quanto accadeva in Lombardia ed in molte province del Nord, ha deciso di rivolgersi al numero 1500, dal quale, tramite rassicurazioni dell’operatore, ha appreso di non dover rimanere in quarantena senza sintomi, in quanto proveniente dal Trentino, zona non interessata dalle disposizioni governative previste per le zone rosse, e neppure il passaggio a Milano doveva essere considerato a rischio. Il Trentino e Milano, infatti, non sono zone rosse. Attraversato da scrupoli, ansia e assistendo a quanto accaduto tra sabato notte e domenica, ha appreso dal messaggio del sindaco Abramo la necessità di stare in quarantena poiché rientrato dalla settimana bianca, con tanto di giudizio espresso dal Primo Cittadino sul fatto che avrebbe dovuto anche evitare di andare a Brunico considerata l’allerta. Ed ancora, ha ricevuto questa mattina l’invito a non recarsi al lavoro, per il timore di poter essere infettato e, dunque, contagioso. Pregiudizio, certo, fino a prova contraria. Perché, in effetti, la provenienza dal Trentino non obbliga per decreto del Governo alla quarantena, disposizione prevista invece per le persone arrivate dalla zona rossa.

Essendo tuttavia passato dall’aeroporto di Linate, il signor G., è stato comunque attanagliato da una terribile ansia, aumentata dal fatto di essere in casa da sabato assieme alla moglie. Anche lei, questa mattina, ha ricevuto l’invito di non recarsi al lavoro. Assistendo a questa situazione, il signor G. ha chiamato il numero 800767676 della Regione, da cui ha appreso che doveva comunque rispettare la quarantena obbligatoria. Ha così chiamato per informazioni allo 0967/539111 che lo ha indirizzato al numero del dipartimento di prevenzione di Catanzaro 0961/7033515. L’esigenza, a questo punto, era capire se la quarantena fosse obbligatoria e, eventualmente, contattare i medici di base per produrre la certificazione necessaria a giustificare l’assenza dal lavoro. Ma dal dipartimento di prevenzione di Catanzaro gli è stato comunicato che non doveva seguire la quarantena obbligatoria e pertanto non poteva avere certificato. Alla fine, il signor G. ha chiamato il 112. I carabinieri, appresa la problematica, hanno compreso la difficoltà oggettiva vissuta, ma hanno potuto solo indicare al signor G. di ascoltare quanto indicato dal dipartimento di prevenzione, cioè di non avere diritto alla quarantena obbligatoria e che chi gli ha affermato quanto riportato prima ha sbagliato. Tra le tante peripezie affrontate vi è pure l’esperienza della chiamata rimasta in attesa per oltre 30 minuti al numero 800767676 (in foto in basso), richiamato per avere chiarimenti.

“Io non so cosa fare – racconta a Calabria 7 il signor G. – chiedo che qualcuno chiarisca tutto questo. Io posso stare in quarantena, mia moglie pure. Ma con il lavoro come possiamo giustificare l’assenza se non essendo proveniente dalla zona rossa e nonostante ho dichiarato di essermi imbarcato da Milano Linate, mi viene detto di non avere l’obbligo della quarantena e quindi non mi può essere certificata? Stessa cosa per mia moglie, alla quale oggi è stato comunicato di dover rientrare al lavoro. Mi sento abbandonato ed allo stesso tempo discriminato. Io e mia moglie siamo considerati soggetti pericolosi, ma non dal Governo. Dal sindaco Abramo, che nel video messaggio dichiara che la quarantena è da seguire anche per chi torna dalle settimane bianche. Insomma, una totale disinformazione che diventa informazione per tutti i catanzaresi, che comprensibilmente diventano diffidenti verso chi come me è tornato dal Trentino, ha seguito le procedure, ma non riesce a poter trovare uno spiraglio di serenità ed uno sbocco alla questione. Ciò che però fa male più di tutto, anche se comprendo lo stato d’animo di ognuno – conclude il signor G. – è il pregiudizio che sto vivendo. Tutti vedono me e mia moglie come una minaccia, eppure stiamo bene. Siamo disposti a rispettare tutte le regole indicate con grande spirito di civiltà e con grande rispetto per la nostra comunità. Noi ci limitiamo a questo, ma le istituzioni devono svolgere il loro ruolo con grande responsabilità. La superficialità di certe affermazioni poi si pagano amaramente per chi ne subisce gli effetti”. (a.m.)

Redazione Calabria 7

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