Detenuto morto in cella a Cosenza, si chiede al ministro della Giustizia di far luce sulla vicenda

Ricostruiti gli ultimi drammatici giorni di vita del 46enne che era stato trasportato in carcere dopo un delicatissimo intervento chirurgico

“Ritengo doveroso fare piena luce sulla tragica morte di Pasquale Francavilla, l’uomo di 46 anni morto nel carcere di Cosenza, dove è stato inspiegabilmente trasportato dopo un delicatissimo intervento chirurgico”. Ad affermarlo, in una nota, è la parlamentare del Pd Enza Bruno Bossio che sull’argomento ha depositato un’interrogazione. “Sappiamo ancora troppo poco – aggiunge – su questa storia che merita, invece, di essere indagata in tutti i suoi aspetti per capire se e in che termini questa morte poteva e doveva essere evitata, se e da chi è stato violato il diritto alla vita e alla salute di un detenuto in precarie condizioni fisiche. Ho, dunque, investito del caso il ministero della Giustizia attraverso un’interrogazione con la quale ricostruisco gli ultimi drammatici giorni di Pasquale Francavilla, deceduto lo scorso 10 settembre nella casa circondariale di Cosenza”.

Si chiede al ministro di far luce sulla vicenda

Si chiede al ministro di far luce sulla vicenda

“Da quanto sappiamo, Francavilla stava scontando gli ultimi 10 mesi di una condanna per spaccio, il 31 agosto era stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Cosenza a causa di una trombosi con enfisema polmonare. Successivamente – prosegue la deputata – il legale dell’uomo, l’avvocato Mario Scarpelli, sarebbe stato informato dalle autorità mediche della necessità di una lunga degenza ospedaliera e del contestuale invio della relazione sanitaria al magistrato di sorveglianza e all’istituzione penitenziaria. Si giunge, così, all’8 settembre 2021, giorno in cui Francavilla per motivi ignoti è stato ricondotto in carcere nonostante un quadro sanitario evidentemente compromesso e incompatibile con il regime detentivo. Una vicenda, dunque, assai grave e apparentemente carica di colpevoli omissioni. Ecco perché – conclude – ho chiesto al ministro di attivarsi subito per fare piena luce su questo caso di evidente violazione di diritti e soprusi”.

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