Il clan degli zingari rivendica la propria autonomia rispetto ad altre cosche non solo per la spartizione delle estorsioni. Le cerimonie funebri vengono svolte utilizzando le stesse modalità con cui vengono ricordati gli uomini di onore, i boss di mafia e rappresentano un momento in cui si consolidano le consorterie chiamate al rispetto dei defunti e delle rispettive famiglie. Nella richiesta di misura cautelare della Dda che ha portato il gip a disporre 62 arresti, notificati dagli uomini della Mobile di Catanzaro, vengono indicati due “eventi”, definiti sintomatici per il senso di appartenza tra sodali.
Il funerale accompagnato dalla banda musicale sulle note de “Il Camorrista”
Il funerale accompagnato dalla banda musicale sulle note de “Il Camorrista”
Il primo, quello di Francesco Passalacqua, alias “u di ndì”, morto per cause naturali e il cui rito funebre è stato celebrato nella chiesa di Viale Isonzo provocando numerose polemiche e molto imbarazzo istituzionale per l’eccesso di sfarzo e pomposità: il feretro è stato trasportato a bordo di una fastosa carrozza trainata da quattro cavalli bianchi condotti da due cocchieri e accompagnata dalla banda musicale sulle note della colonna sonora del film “Il Camorrista”. Dopo tre giorni l’allora sindaco emana l’ordinanza numero 5 del giugno 2016 che ordina il divieto su tutto il territorio comunale per motivi di ordine pubblico, (intralcio alla circolazione, disagio ai cittadini, garantire l’incolumità dei partecipanti e le condizioni di sicurezza per la circolazione di veicoli e pedoni), di svolgere i cortei funebri a piedi, proibendo il trasporto della salma su qualsiasi altro mezzo che non sia l’auto delle imprese funebri. Un anno dopo la morte di Francesco Passalacqua, il 4 giugno 2017 sono stati affissi dei manifesti funebri nei quartieri di Catanzaro sud che annunciano la ricorrenza del nomade scomparso, rinnovando alla cittadinanza l’immagine di uomo di onore del defunto. Un ulteriore messaggio da parte della comunità rom a dimostrazione dell’esistenza a loro interno di persone che rivestono prestigio e godono di una fama, paragonabili a personaggi appartenenti alle consorterie di ‘ndrangheta.
Nove mila euro per un funerale pagato dagli zingari
Il 16 novembre 2019, muore per cause naturali Alessandro Vecceloque Pereloque, alias “piede e papera”, nipote di Luigi, capo clan degli zingari. Nel corso delle intercettazioni ambientali captate il 21 novembre 2019 a bordo di una auto in uso di Ernesto Bevilacqua, viene registrata una conversazione tra lui e la sua famiglia , in cui commentano lo svolgimento dei funerali di Vecceloque. Riferiscono che la Polizia di Stato ha contattato il responsabile delle onoranze funebri e il patrigno del defunto Cosimo Vecceloque Pereloque, ammonendoli affinchè la cerimonia si svolgesse senza banda musicale, cavalli, evitando di gettare fuori per strada fiori e di effettuare processioni col defunto in spalla. Successivamente nel corso della giornata viene captata un’altra conversazione ambientale nell’auto tra Ernesto Bevacqua, le figlie e la moglie che si interroga sul costo della cerimonia funebre e su chi avesse corrisposto il denaro. Ernesto Bevilacqua risponde che l’intero costo del funerale era di 9mila euro, pagato dal loro clan, in particolare da lui stesso insieme a Massimo Bevilacqua, alias “Malloccio”, Domenico Passalacqua, detto “bifaro” e Fabio Bevilacqua, di 32 anni. E’ stato il clan Bevilacqua-Passalacqua a sostenere anche le spese funerarie di Luigi Vecceloque Pereloque, di 55 anni, nipote dell’omonimo boss, all’epoca detenuto. Un atto di solidarietà, che dà la misura del vincolo associativo tra i membri della consorteria. Al di là della valenza folkloristica, i funerali, secondo quanto riportato nella richiesta della Dda, “costituiscono un indice fattuale significativo della forza delle consorterie mafiose, poiché quello è il momento nel quale deve essere manifestato rispetto nei confronti della famiglia del defunto e nel quale convergono esponenti di altre famiglie per manifestare la propria vicinanza. E’ sicuramente un dato che contribuisce a cementare i rapporti tra i sodali.
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