Inchiesta Xenia, chiesto il rinvio a giudizio per il simbolo di Riace

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Sotto accusa 30 indagati. C’è anche il promoter catanzarese Maurizio Senese. L’udienza davanti al gup è stata fissata per il prossimo 1 aprile

di Gabriella Passariello

di Gabriella Passariello

Associazione a delinquere ai danni dello Stato nella gestione dei fondi dell’accoglienza, truffa, favoreggiamento personale, concussione, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati o in autorizzazioni  amministrative, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, frode nelle pubbliche fornitura.  Il sostituto procuratore della Repubblica di Locri  Michele Permuniam  ha chiesto il rinvio a giudizio per 30 indagati coinvolti nell’inchiesta Xenia, su presunte irregolarità nella gestione dell’accoglienza dei migranti nel Comune di Locri.  Rispetto all’avviso di conclusione indagini, nella richiesta di rinvio a giudizio non compare più il nome di Cecilia Piscioneri, 54 anni di Caulonia. Tra gli indagati il sindaco di Riace, poi sospeso, Mimmo Lucano, simbolo dell’accoglienza dei migranti.

Il sistema truffaldino Domenico Lucano, considerato il promotore, l’organizzatore di una associazione a delinquere finalizzata ad una serie di delitti contro la pubblica Amministrazione e il patrimonio,  avrebbe definito le linee guida delle associazioni e delle cooperative, controllando di fatto l’associazione “Città Futura”. Sarebbe stato lui a curare i rapporti con le istituzioni, ministero dell’Interno e  dirigenti della Prefettura di Reggio, per individuare gli strumenti necessari per poter mettere le mani sugli affidamenti e sui relativi pagamenti.  Il simbolo dell’accoglienza, secondo le ipotesi accusatorie, insieme ad altri rappresentanti delle associazioni Gianfranco Musuraca, Antonio Capone, Jerri Ilario Cosimo, Antonio Santo Petrolo, Giuseppe Sgrò, Nicola Audino, Domenico latella, Annamaria Maiolo, Renzo Valilà, Salvatore Romeo, Maria Taverniti, Oberdan Pietro Curiale, Cosimina Ierinò, Giuseppe Ammendola  avrebbero compiuto una serie di reati contro la Pubblica Amministrazione e il patrimonio, con un sistema di indebite rendicontazioni sulle presenze dei migranti all’interno degli Sprar  e del Cas. E negli Msna, le derrate alimentari sarebbero state falsamente indicate come destinate agli immigrati, mentre venivano utilizzate per fini privati.  E inoltre, non ci sarebbe stato alcun controllo sulle spese effettuate: nessuna documentazione attestante i costi sostenuti dalle associazioni e una parte rilevante di fondi ottenuti sarebbero stati destinati a fini diversi rispetto alla gestione richiesta nei progetti stessi.

Il ruolo della segretaria. Cosimina Ierinò dipendente dell’associazione Città Futura, con la mansione di segretaria, avrebbe assicurato uno stabile contributo alla gestione organizzativa del sodalizio. Come principale collaboratrice di Lucano, di fatto gestendo sotto la sua direzione tutta la parte amministrativa e burocratica, avrebbe concordato con i fornitori e con gli altri “sodali” le false fatturazioni per frodare gli organi Sprar e Cas, occupandosi personalmente di organizzare le false prestazioni addebitate rendicontate dall’associazione. Giuseppe Ammendolia consulente del lavoro sarebbe stato a disposizione dell’associazione Città Futura sia di altre associazioni  fornendo il proprio contributo tecnico per la predisposizione delle false prestazioni occasionali di cui le associazioni fruivano per le fatturazioni fittizie imputate all’accoglienza e rendicontate all’interno dei progetto Sprar e Cras. Lucano, poi in qualità di pubblico ufficiale, nella veste di sindaco del Comune di Riace in concorso con Capone, Sgrò, Latella, Maiolo, Romeo, Curiale, Tornese e Taverniti, avrebbe intenzionalmente procurato alle associazioni (Citta Futura, Progetto Cas, Centro Italiano Protezione Civile ss Medici, associazione Oltre Lampedusa,  associazione Los Migrantes Girasole, Riace accoglie), un ingiusto vantaggio patrimoniale di 2.300.615 euro.

Il tentativo di eludere le attività investigative. Rosario Zurzolo avrebbe rilasciato false dichiarazioni sulle prestazioni lavorative occasionali di Ierinò, Abeba e Lemlen  aiutando le stesse ad eludere le attività investigative in relazione alle false prestazioni occasionali da questi organizzate per ottenere fondi ai danni dello Stato. Anche il promoter catanzarese Maurizio Senese avrebbe rilasciato false dichiarazioni ai militari della Guardia di Finanza dichiarando di non aver ricevuto il compenso per il pagamento degli artisti esibitisi nelle manifestazioni estive realizzate a Riace negli anni 2015  e 2017, aiutando ad eludere le attività investigative. Adesso la parola passa al gup del Tribunale di Locri Amelia Monteleone, che l’1 aprile, dovrà decidere nel contradditorio tra accusa e difesa rappresentata, tra gli altri, dagli avvocati Wanda Bitonte, Francesco Rotundo, Giuseppe Bruno, Gianmichele Bosco, Maria Antonietta Iorfida, Roberta Antonia Campagna, se accogliere o meno la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura

I nomi degli indagati.Domenico Lucano, 60 anni, nato a Melito Porto Salvo; Gianfranco Musuraca, 42 anni, Locri; Fernando Antonio Capone, 52 anni, Locri;Jerri Cosimo Ilario Tornese, 42 anni, Melito Porto Salvo;Antonio Santo Petrolo, 52 anni, Locri; Giuseppe Sgrò, 64 anni, Riace; Nicola Audino, 49 anni, Locri; Domenica Latella, 51 anni, Melito Porto Salvo; Annamaria Maiolo, 59 anni, Siderno; Renzo Valillà, 48 anni, Locri;Salvatore Romeo, 41 anni, Locri; Maria Taverniti, 54 anni, Riace; Oberdan Pietro Curiale, 35 anni, Varallo; Cosimina Ierinò, 57 anni, Riace; Lemlem Tesfahun, 36 anni, Etiopia; Abeba Abraha Gebremarian, 38 anni, Sudan; Giuseppe, detto Luca, Amendolia, 42 anni, Reggio Calabria; Valentina Micelotta, 25 anni, Cinquefrondi; Prencep Daniel, 31 anni, GhanaOumar Keita, 32 anni, Costa D’Avorio; Assan Balde, 33 anni, Senegal; Filmon Tesfalem, 30 anni, Eritrea; Alberto Gervasi, 67 anni, Riace
Cosimo Damiano Musuraca, 44 anni, Locri; Pasquale Valenti, 54 anni, Bivongi; Nabil Moumen, 34 anni, Marocco Rosario Antonio Zurzolo, 41 anni, Siderno;Maurizio Senese, 55 anni, di Catanzaro;  Maria Caterina Spanò, 46 anni, Locrie Domenico Sgrò, 28 anni, Catanzaro.

Redazione Calabria 7

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