Basso Profilo, chiusa la maxi inchiesta della Dda: 85 indagati (NOMI)

Arriva al copolinea l'inchiesta che ha svelato presunti intrecci tra 'ndrangheta, politica e imprenditoria. Tra gli indagati anche l'avvocato Claudio Larussa

di Gabriella Passariello- ‘Ndrangheta, politica e imprenditoria. Un sistema collusivo dove le turbative d’asta, la corruzione e l’abuso di ufficio, venivano attuate utilizzando società e imprese impegnate nel settore della fornitura di materiali per l’anti-infortunistica, aprendo persino una filiale in Albania, con l’appoggio di personaggi politici come Francesco Talarico, segretario regionale dell’Udc e Lorenzo Cesa, all’epoca europarlamentare dello Scudocrociato. Un sistema che avrebbe assicurato al sodalizio, capeggiato dall’imprenditore Antonio Gallo e di cui avrebbero fatto parte anche  l’ex consigliere del Comune di Catanzaro Tommaso Brutto e il figlio Saverio ex assessore di Simeri Crichi,  di poter contare sull’intercessione di pubblici ufficiali in servizio negli enti pubblici o nelle stazioni appaltanti e di poter contare sull’aiuto di uomini delle Forze dell’ordine per scoprire in anticipo attività di indagine. I sostituti procuratori della Dda di Catanzaro Paolo Sirleo e Veronica Calcagno hanno chiuso le indagini nell’ambito della maxi inchiesta “Basso Profilo”, che lo scorso gennaio ha portato all’esecuzione di 50 misure cautelari per complessivi 81 indagati. (LEGGI QUI)

Chi esce dall’inchiesta e i nuovi indagati

Chi esce dall’inchiesta e i nuovi indagati

Fuori dall’inchiesta Giuseppe Selvino, mente nell’avviso di conclusioni indagini compaiono nuovi nomi, quelli dell’avvocato Claudio Larussa, di Catanzaro;  Stefano Docimo, residente a Montalto Uffugo; Giovanni Mazzei, residente a Crotone; Matteo Tarantino, residente a Catanzaro; Umberto Rotundo, residente a Catanzaro.

Gli altri indagati

A questi si aggiungono nomi già noti di Antonio Santo Bagnato di Roccabernarda (Kr), Eliodoro Carduccelli di Catanzaro, Ercole D’Alessandro di Fuscaldo, Luciano D’Alessandro di Palermo, Vincenzo De Luca di Catanzaro, Concetta Di Noja di Torino, Natale Errigo di Reggio Calabria, Carmine Falcone di Cutro, Antonio Gallo di Catanzaro, Umberto Gigliotta di Catanzaro, Andrea Leone di Catanzaro, Antonino Pirrello di Reggio Calabria, Tommaso Rosa di Crotone, Luigi Alecce di Catanzaro, Annarita Antonelli; Olevano Romano, Henrik Baci (Albania), Elena Banu (Romania), Giuseppe Bonofiglio di Crotone, Rosario Bonofiglio di Rocca Bernarda, Tommaso Brutto di Settingiano, Saverio Brutto di Catanzaro, Ilenia Cerenzia di Crotone, Nicola Cirillo di Catanzaro, Eugenia Curcio di Crotone, Giulio Docimo di Cosenza, Antonella Drosi di Catanzaro, Valerio Antonio Drosi di Catanzaro, Mario Esposito di Soveria Simeri, Santo Faldella di Crotone, Glenda Giglio di Bari, Giuseppe La Bernarda di Torino, Rodolfo La Bernarda di Cotronei, Giuseppe Lamanna di Torino, Francesco Lerose di Rocca Bernarda, Francesco Mantella di Catanzaro, Ieso Marinaro di Catanzaro, Daniela Paonessa di Catanzaro, Raffaele Posca di Catanzaro, Victoria Rosa di Torino, Maria Teresa Sinopoli di Catanzaro, Francesco Talarico di Nicastro, Luca Torcia di Crotone, Rosa Torcia di Catanzaro, Giuseppe Truglia di Catanzaro, Pino Volpe di Catanzaro, Alberto Zavatta di Catanzaro, Claudio Zavatta di Gerace, Rocco Guglielmo, Odeta Hasaj, Bruno Andreoli di Crotone, Edmond Baci (Albania), Luciano Basile di Palermo, Mariarosaria Caliò di Catanzaro, Pierpaolo Caloiero di Crotone, Simone Cannarozzi di Ivrea, Lorenzo CesaMonica Comberiati di Crotone, Matteo Femia di Ivrea, Antonello Formica di Settingiano, Francesco Gallo di Squillace, Bilar Hoxa (Albania), Domenico Iaquinta di Crotone, Alban Keta (Albania), Bledar Koci (Albania), Francesco Luzzi di Cosenza, Santo Mancuso di Catanzaro, Giuseppe Mangone di Catanzaro, Roberto Mari di Roma, Liberato Giuseppe Paciullo di Catanzaro, Rositsa Pazieva (Bulgaria), Andrea Rosa di Torino, Rolando Russo di Catanzaro, Giovanni Lorenzo Servidio di Cosenza, Maurizio Silipo di Catanzaro,  Giorgia Sollecchia di Bracciano, Tommaso Stranges di Conflenti, Rosa Talarico di Catanzaro, Memlin Voci (Albania).

La talpa nelle Fiamme gialle

Antonio Gallo, in veste di promotore, avrebbe utilizzato le proprie compagini aziendali, “la Gallo Antinfortunistica individuale srl” per stipulare contratti di appalto, interfacciandosi con personaggi politici, garantendo loro il suo appoggio elettorale, grazie a pacchetti di voti di cui disponeva, per insinuarsi negli appalti. Si sarebbe avvalso di ufficiali di polizia giudiziaria per ottenere informazioni processuali sulla sua posizione, notizie utili per eludere le attività investigative, proprio all’indomani della esecuzione della operazione Borderland del 29 novembre 2016, nella quale gli inquirenti avevano raccolto elementi a suo carico, visti i suoi legami con la cosca di ‘ndrangheta dei Trapasso. Antonino Pirrello, anche lui promotore, avrebbe utilizzato la propria società la Puliservice srl, per stipulare contratti di appalto acquisiti grazie ad una serie di favori e, agendo d’intesa con Gallo, si sarebbe interfacciato anche lui con politici, promettendo il suo appoggio elettorale per ricevere in cambio l’affidamento di appalti. Tommaso Brutto e il figlio Saverio, promotori e organizzatori, all’epoca dei fatti consiglieri comunali rispettivamente di Catanzaro e Simeri Crichi, avrebbero individuato in Gallo la figura imprenditoriale in grado di infiltrarsi nel settore degli appalti. L’avrebbero messo in contatto con Francesco Talarico, creando un connubio efficace per reperire appoggi a livello politico e con Ercole D’Alessandro, all’epoca luogotenente della Guardia di Finanza sarebbero riusciti a disporre di notizie top secret. D’Alessandro, allora in servizio al Nucleo di polizia economico finanziario del Gico di Catanzaro, individuato dai Brutto come referente istituzionale-giudiziario in grado di reperire informazioni privilegiate su Gallo, si metteva a disposizione del sodalizio, sfruttando la sua posizione, per ottenere “indiscrezioni” che potessero pregiudicare l’esistenza del sodalizio stesso, anche consultando abusivamente banche dati istituzionali. Avrebbe avvicinato colleghi per accedere a informazioni riservate  poi fornite a Gallo, in cambio della partecipazione all’affare imprenditoriale, del figlio Luciano, che sarebbe diventato socio di Gallo nella compagine albanese.

Il collegio difensivo

Gli indagati, assistiti tra gli altri dagli avvocati Eugenio Felice Perrone; Enzo De Caro, Salvatore Staiano, Valerio Murgano, Eugenio Felice Perrone, Nicola Cantafora, Piero Mancuso, Arcangelo De Caro, Davide De Caro, Magda Mellea, Armonio Migali, Maria Laura De Caro, Antonio Larussa, Vitaliano Leone, Massimo Gimigliano e Antonio Lomonaco, avranno 20 giorni di tempo per chiedere di essere sentiti dal pubblico ministero, depositare memorie difensive e compiere ogni atto utile per l’esercizio del diritto di difesa, prima che il magistrato vada oltre con una richiesta di rinvio a giudizio.

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