Farmabusiness, intrecci tra ‘ndrangheta e politica: “Il consigliere comunale e i favori al clan”

di Gabriella Passariello- Sono ventuno in tutto i faldoni che formano gli atti dell’inchiesta Farmabusiness, che hanno portato il 19 novembre scorso i carabinieri a notificare diciannove misure cautelari e complessivi venticinque avvisi di garanzia, nei confronti di boss, gregari e affiliati alla famiglia di ‘ndrangheta capeggiata da “Mano di gomma”.  Un cospicuo carteggio che svela il grande affare nella distribuzione dei farmaci e le collusioni tra ‘ndrangheta, imprenditoria e politica, legata alla cellula criminale denominata Mellea, operante nella provincia di Catanzaro e clan satellite dei Grande Aracri di Cutro. Atti da cui si evince che Domenico Tallini, non era il solo politico a favorire la ‘ndrangheta, che con il suo ruolo di assessore al Personale, riusciva ad agevolare l’iter burocratico delle licenze per il consorzio Farmaeko e che poteva contare sul mediatore Domenico Scozzafava per il suo bacino elettorale. Emerge anche la figura del consigliere comunale Andrea Amendola, nel 2012 eletto alle amministrative di Catanzaro con “Alleanza di Centro-Pionati”, poi passato a Forza Italia e oggi capogruppo in Consiglio comunale con la lista civica “Obiettivo comune”, lista comunque satellite di Forza Italia.

Il nome di Tallini era tra gli omissis di Kyterion

Il nome di Tallini era tra gli omissis di Kyterion

In base alle carte dei sostituti procuratori Paolo Sirleo, Domenico Guarascio, dell’aggiunto Vincenzo Capomolla con la supervisione del procuratore capo Nicola Gratteri, Amendola, avrebbe dato una grossa mano al clan riconducibile ai Grande Aracri per fatti risalenti al 2014. Fatti però non così datati come sembra. Per quale motivo? Negli atti risulta che Tallini era già indagato nell’inchiesta Kyterion, ma il suo nome in quell’operazione antimafia compariva tra gli omissis, così come tra gli omissis c’era anche Andrea Amendola. Entrambi i nomi, ricompresi negli atti di indagine di Farmabusiness, vengono fuori in una richiesta della Dda di procedere all’apertura di un nuovo fascicolo datato 11 gennaio 2019. Secondo la Procura distrettuale, la cellula catanzarese aveva una straordinaria capacità di acquisizione e controllo dell’economia e della cosa pubblica e poteva vantare su conoscenze influenti nelle amministrazioni regionali e comunali, grazie a Domenico Tallini e ad Andrea Amendola. Quest’ultimo avrebbe fornito alla stregua dell’ex presidente del Consiglio regionale un concreto aiuto alla cellula criminale capeggiata da Gennaro Mellea in cambio di voti raccolti durante le elezioni del 22 gennaio 2013.

Le intercettazioni imbarazzanti di Amendola

A supporto della impostazione accusatoria su Amendola, la Dda riporta una serie di intercettazioni, in una delle quali il consigliere parla con  Roberto Corapi, colui che, fin dall’inchiesta Terremoto era deputato a curare i rapporti tra le varie articolazioni criminali locali: “Eravamo i primi Robè… Quattrocento… li abbiamo trovati… abbiamo trovato tutti i voti…”. Inoltre Amendola si sarebbe messo a completa disposizione di Domenico Scozzafava nella vicenda relativa al trasferimento della residenza da effettuare ad alcuni amici compiacenti in modo da ottenere artatamente i loro voti alle elezioni amministrative per il Comune di Sellia Marina. “Che la geniale procedura fosse illecita- si legge negli atti- lo sapevano anche i soggetti interessati, difatti nel corso di una telefonata intercorsa tra Amendola e Scozzafava quest’ultimo beffardamente affermava mi arrestano”. L’aiuto offerto dal consigliere Amendola sarebbe stato ricambiato da Scozzafava con piccoli favori personali, come ad esempio prezzi di favore su impianti Sky per amici. Tra l’altro Amendola da tempo nelle fila degli ultras del Catanzaro Calcio, avrebbe permesso a Scozzafava e ad altri della consorteria malavitosa ingressi gratuiti allo stadio Ceravolo in occasione di eventi calcistici.

Le residenze da spostare da un Comune a un altro

In un’altra conversazione, Scozzafava, visto che si era candidato a Sellia Marina, chiede ad Amendola come deve fare per spostare una decina di residenze sottolineando “dobbiamo essere sicuri che gli danno la scheda… perché sono in dubbio. Tu lo potresti sapere lì in comune”. E Amendola gli risponde: “richiamami lunedì mattina che te lo vado a controllare”. Scozzafava lo ricontatta: “Andrè a proposito… ti dovevo chiamare ieri… se una residenza la facciamo subito? Un decina… e il consigliere annuisce, aggiungendo che sarebbe andato in Comune proprio per questo. Nelle successive chiamate Scozzafava chiede sempre al consigliere se si fa in tempo “per queste cagno di cambio di residenze” e questo ultimo lo rassicura: “Ci vogliono due mesi… calcola che in 2 mesi si fa tutto… capito? Tu inizia a prenderti i nominativi… capito? Così vediamo nome, cognome, e data di nascita… la via mi serve… la residenza dove deve essere spostata da una parte all’altra… quindi le due vie… capito?”. E Amendola nel confermare che sarebbero stati necessari due mesi aggiunge: “ma io all’epoca mi ricordavo che in un paio di mesi si faceva tutto, perché l’ho fatto pure io, all’epoca lo feci da Roccelletta qua a  Catanzaro… quindi io penso che in un paio di mesi si possono fare”.  Scozzafava conclude la conversazione: “ ho una bella lista da spostare” e Amendola: “allora tu prepara tutto… l’unica cosa che poi mi devi dire dove vanno…”.

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