Associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, corruzione, estorsione, consumata e tentata, intestazione fittizia di beni, rivelazione di segreti d’ufficio e turbativa d’asta. Sono queste le ipotesi di accusa contestate ai 19 destinatari di misure cautelari vergate dal gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda nell’ambito dell’operazione Alibante (LEGGI ANCHE). Il provvedimento scaturisce da una prolungata attività investigativa, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Lamezia Terme e del Comando Provinciale di Catanzaro, diretta e coordinata dalla Dda guidata da Nicola Gratteri. In particolare, per 7 indagati è stata disposta la misura cautelare in carcere, per 10 la misura cautelare degli arresti domiciliari e per 2 indagati la misura interdittiva, rispettivamente, del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e del divieto di rivestire uffici direttivi delle persone giuridiche.
I nomi di chi va in carcere
I nomi di chi va in carcere
Carmelo Bagalà, 80 anni, di Gioia Tauro; Alfredo Carnevale, 37 anni, di Nocera Terinese; Alessandro Gallo, 32 anni, di Lamezia; Mario Gallo, 57 anni, di Falerna; Vittorio Macchione, 70 anni, di Nocera Terinese; Vittorio Palermo, 63, di Ischia; Eros Pascuzzo, 34 anni, di Lamezia
I nomi di chi va ai domiciliari
Maria Rita Bagalà, 52 anni, di Lamezia Terme; Francesco Cardamone, 40 anni, residente a Nocera Terinese; Giovanni Costanzo, 54 anni, residente a Falerna; Vincenzo Dattilo, 65 anni, di Lamezia; Francesco Antonio De Biase, 50 anni, di Lamezia; Luigi Ferlaino, di Falerna; Raffaele Gallo, di Conflenti; Giovanni Eugenio Macchione, 62 anni, detto “cugino o calimero”, di Lamezia; Antonio Rosario Mastroianni, 74 anni, inteso Tonino “u milanese” o “postino”, di Nocera Terinese e Antonio Pietro Stranges, 68 anni, di Conflenti.
Misure interdittive
.Interdizione con divieto di contrattare con la Pubblica amministrazione per la durata di un anno per Antonio Cario, 51 anni, di Lamezia e divieto per Antonio Gedeone, 53 anni, di rivestire uffici direttivi delle persone giuridiche e ogni altra attività ad essi inerenti per la durata di un anno
Il blitz antimafia
Le indagini , che hanno fatto scattare l’operazione Alibante sono state avviate a seguito della presentazione, da parte di imprenditori lametini, di denunce relative a estorsioni da parte della cosca “Bagalà, operante sulla zona costiera compresa tra i comuni di Nocera Terinese e Falerna. Gli elementi acquisiti con l’ausilio di attività tecniche ed accertamenti patrimoniali, hanno consentito di delineare gli assetti e l’operatività sul litorale tirrenico-lametino dell’articolazione territoriale di ‘ndrangheta capeggiata da Carmelo Bagalà, già attiva fin dagli anni ’80, evidenziando la presenza egemone sul territorio del predetto sodalizio, manifestata attraverso la commissione di delitti, aggravati dal metodo mafioso, finalizzati alla gestione diretta o indiretta delle attività economiche del luogo, con particolare riferimento alle imprese attive nel settore turistico-alberghiero. Nel corso delle indagini sono emersi, altresì, rapporti illeciti tra la cosca ed alcuni esponenti delle amministrazioni comunali di Falerna e Nocera Terinese, con capacità di influenza su processi decisionali, amministrativi ed elettivi. (g. p.)
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