Basso Profilo: in appello chiesta la condanna per il notaio Guglielmo, Talarico e altri 20 (NOMI)

Invocato l'aggravio di pena per Talarico e Pirrello. Il magistrato ha chiesto alla Corte di ribaltare per il notaio il verdetto assolutorio in condanna
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di Gabriella Passariello- Pene più pesanti per due imputati, un’assoluzione da ribaltare in condanna e la conferma della sentenza di primo grado per altri 19 sono stati chiesti dal pm della Dda Paolo Sirleo in veste di sostituto procuratore generale, davanti alla Corte di appello, per  ventidue imputati, tra professionisti, politici, imprenditori, giudicati con rito abbreviato nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore capo Nicola Gratteri, nome in codice Basso Profilo, che ha portato il 21 gennaio di due anni fa gli uomini della Dia, dei Carabinieri, della Mobile e della Guardia di Finanza a notificare 50 misure cautelari, in un’indagine che punta a svelare gli intrecci più nascosti tra ‘ndrangheta, politica e imprenditoria.  Il magistrato ha invocato per l’ex assessore regionale e segretario regionale dell’Udc, Francesco Talarico, 6 anni e 8 mesi di reclusione, in luogo dei 5 anni sentenziati in primo grado dal gup distrettuale Simona Manna il 28 ottobre 2021. Quello stesso giorno il giudice ha sentenziato in tutto 21 condanne e quattro assoluzioni (LEGGI), per altri 48 imputati, già rinviati a giudizio, è in corso il processo dibattimentale (LEGGI), mentre altri quattro hanno patteggiato la pena (LEGGI).

Chieste in aula pene più severe per Talarico e Pirrello

Chieste in aula pene più severe per Talarico e Pirrello

Mano pesante del pg su Talarico, quindi, sulla base delle ipotese di accusa di voto di scambio politico-mafioso, che secondo la magistratura si sarebbe consumato in occasione delle elezioni politiche del 2018, durante le quali, l’imputato è stato candidato nel collegio uninominale di Reggio Calabria per la Camera dei Deputati nella lista dell’Udc. Talarico si sarebbe fatto promettere il sostegno elettorale da parte di Antonio Gallo, imprenditore operante nel settore dell’antinfortunistica, in cambio dell’impegno ad appoggiarlo per ottenere con modalità illecite appalti per la fornitura di prodotti in quello specifico comparto. In particolare Gallo, nei confronti del quale è in corso il processo dibattimentale, secondo le ipotesi accusatorie appartenente ad ambienti della criminalità organizzata, avrebbe promesso a Talarico, di procurargli voti nel comprensorio reggino, dove vantava numerose conoscenze, in cambio dell’impegno a favorirlo per ottenere commesse pubbliche, oltre ad assicurargli entrature e contatti privilegiati, dei quali Gallo si sarebbe potuto servire per estendere la rete delle proprie conoscenze ed aumentare le proprie capacità relazionali ed imprenditoriali. Dall’attività di indagine sarebbe emerso il doppio ruolo di Gallo, quello di  interlocutore e procacciatore di voti nei confronti di Talarico, rivestendo anche la figura di ponte con altre persone su cui contare per il supporto elettorale allo stesso (LEGGI).  Il magistrato ha invocato una rideterminazione di pena anche per  Antonino Pirrello, titolare di un’ impresa di pulizie con 700 dipendenti in Calabria, la “Poliservice”: ha chiesto 6 anni, mentre dal giudice di prime cure era stato condannato a 4 anni di reclusione.  Emblematiche due intercettazioni telefoniche, per la Dda, una delle quali intercorse in occasione dell’incontro del 31 gennaio 2018 tra Gallo, Talarico e Pirrello. Gallo e Pirrello chiedevano a Talarico in cambio del loro appoggio elettorale, di procurare loro, dove ne avessero avuto necessità, un referente, “fornendogli tutta la mano del mondo…. se abbiamo bisogno di qualcosa…  un punto di riferimento ci serve …un’entratura… una presentazione…”. Pirrello in particolare afferma: “ metti il caso…io… ho un problema con la società Manital …sicuramente io domani dovrei chiederti… senti vedi chi è il riferimento che abbiamo a Torino… si parla sempre di un lecito… però se c’è una mano di aiuto.. mia forza è che essendo un’azienda storica la mia da venti anni, solo su Reggio abbiamo…”.

La Dda vuole la condanna del notaio

Il pg ha chiesto alla Corte di appello di ribaltare il verdetto di assoluzione pronunciato in primo grado nei confronti del noto professionista Rocco Guglielmo, chiedendone la condanna a 4 anni di reclusione, dopo che i giudici hanno bocciato la richiesta difensiva di riapertura dell’istruttoria dibattimentale. Un’assoluzione, “perché il fatto non costituisce reato”, che non ha convinto la Dda e che ha consentito di essere scagionato da diverse ipotesi di falsità ideologica in concorso e trasferimento fraudolento di valori in relazione alla cessione di quote societarie e alla creazione di compagini aziendali, rispettivamente a favore e da parte di prestanomi albanesi, avvenute con atti pubblici rogati dallo stesso notaio. Ma per la Dda il gup ha operato un’analisi parziale, riduttiva degli atti, sminuendone la gravità, non prendendo in considerazione elementi di prova determinanti, che avrebbero contribuito a far luce sui reati addebitati al professionista. Ci si trova davanti, secondo le ipotesi accusatorie ad una molteplicità di dati anomali, che per la Procura coordinata dal procuratore capo Nicola Gratteri, avrebbero dovuto imporre al notaio il rifiuto a rogare i contratti o il dovere di  segnalare le operazioni sospette alle autorità competenti, nell’ambito di una presunta  organizzazione che avrebbe agito attraverso un doppio schermo: l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, l’autoriciclaggio e la possibilità soprattutto per i membri apicali di mantenere un profilo basso non figurando mai nei diversi passaggi finanziari e sfuggendo così a possibili aggressioni patrimoniali (LEGGI).

Tutte le richieste di pena della Dda in appello da confermare

Il magistrato ha invocato per Luigi Alecce, difeso dall’avvocato Raffaele Bruno, la conferma a tre anni, otto mesi e 7mila euro di multa di reclusione; Anna Rita Antonelli, codifesa dagli avvocati Giuseppe Francesco Gioffrè e Giovanni Nuvolidue anni e un mese; Giuseppe Bonofiglio,difeso dai legali Giuseppe Carvelli e Francesco Gambardella, sostituito in aula dall’avvocato Giusy Caliò, 5 anni e 10 mesi; Rosario Bonofiglio, assistito dal legale Luigi Falcone, 2 anni e 10 mesi; Pier Paolo Caloiero, rappresentato dai legali Luigi Falcone e Giovanni Merante, 3 anni e 2 mesi di reclusione; Eugenia Curcio, difesa dal legale Salvatore Iannone, 3 anni, 10 mesi e 6mila euro di multa; Concetta Di Noia, difesa dall’avvocato Eleonora Appolloni, 9 anni, 6 mesi e 14mila euro di multa; Giulio Docimo, codifeso dai legali Francesco Acciardi e Gianluca Acciardi, 4 anni e 8 mesi e 6mila euro di multa; Carmine Falcone, difeso dai legali Giuseppe Fonte e Salvatore Iannone, 14 anni; Matteo Femia,assistito dal legale Salvatore Iannone, 2 anni e 10 mesi e 4 mila euro di multa; Antonio Grillone, rappresentato dal legale Salvatore Iannone, 3 anni 6 mesi e 6mila euro di multa;  il collaboratore di giustizia Domenico Iaquinta, difeso dall’avvocato Manfredo Fiormonti, 10 mesi di reclusione; Francesco Luzzi, difeso dal legale Nicola Rendace, 3 anni e 6 mesi e 6 mila euro di multa; Santo Mancuso, assistito dai legali Enzo Ioppoli e Settimio Ioppoli, 1 anno; Giuseppe Mangone, assistito dal legale Piero Mancuso, 2 anni, 6 mesi e 6 mila euro di multa; il collaboratore di giustizia Tommaso Rosa, difeso dall’avvocato Simona Celebre, 11 anni e 5 mesi; Victoria Rosa,difesa dall’avvocato Fabio Rizzuti, 3 anni e 4 mesi;  Giuseppe Truglia, difeso dai legali Arturo Bova e Vincenzo Ioppoli, 6 anni e 2 anni di reclusione sono stati chiesti nei confronti di Pino Volpe, assistito dal legale Giovanni Schinea.

Le richieste di pena da riformare e l’assoluzione da ribaltare in condanna

Il pm ha chiesto per il notaio Rocco Guglielmo, difeso dall’avvocato Salvatore Staiano e Filippo Giunchedi, 4 anni di reclusione per trasferimento fraudolento di valori con l’esclusione dell’aggravante mafiosa, in primo grado è stato assolto; per  Francesco Talarico, ha chiesto 6 anni e 8 mesi  (in primo grado condannato a 5 anni), codifeso dai legali Valerio Spigarelli e Francesco Gambardella, per delega presente in aula l’avvocato Giusy Calò e Antonino Pirrello, 6 anni di reclusione  (in primo grado condannato a 4 anni), assistito dal legale Biagio Di Vece e Natale Polimeni. L’udienza è stata aggiornata al 16 marzo, giorno in cui inizieranno le arringhe difensive dei legali, che tenteranno di smontare il castello accusatorio per gli imputati accusati a vario titolo di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, riciclaggio, autoriciclaggio, associazione a delinquere di tipo mafioso, trasferimento fraudolento di valori e voto di scambio politico mafioso

Le parti civili

Sono in tutto dieci le parti civili nel processo: Banca Intesa San Paolo (avvocato Francesco Siclari; Presidenza del Consiglio dei ministri (avvocato Luca Matarese); Ministero dell’Interno (avvocato Luca Matarese); Regione Calabria (avvocato Michele Rausei); Provincia di Catanzaro (avvocato Bruno Talarico); Comune di Catanzaro (avvocato Giacomo Farrelli); Comune di Cutro (avvocato Domenico Pulella); Comune di Sellia Marina (avvocato Pasqualino Ledonne); Comune di Roccabernarda (avvocato Gennaro Pugliese) e l’Agenzia delle Entrate (avvocato Luca Matarese).

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